Una partenza così per Antonio Conte non c’era mai stata. Da quando allena in Serie A non aveva mai iniziato il campionato con una sconfitta. L’unico passo falso risale alla stagione 2017-2018 quando allenava il Chelsea, ma con Juventus e Inter si erano sempre visti debutti ben diversi, riporta Mediaset.
Napoli, Conte, ritorno-horror: per la prima volta perde al debutto in Serie A
Tra l’altro solo il 19 maggio 2007 ha perso con uno scarto maggiore in carriera in tutte le competizioni in un Arezzo-Juventus 1-5. Il 3-0 di Verona, dunque, fa già riflettere ed è già un campanello di allarme.
Il suo Napoli è molto più di un cantiere aperto: è una squadra incompleta e praticamente senza rinforzi sul mercato (l’unico grande acquisto, Buongiorno, a Verona non ha giocato a causa di una distorsione alla caviglia). In pratica dunque Conte allena la stessa squadra che l’anno scorso è arrivata decima e che in più ha perso Zielinski (passato all’Inter) e Osimhen, in partenza, fuori dal gruppo, e colui che di fatto blocca il mercato.
Già all’esordio stagionale in Coppa Italia si erano visti i limiti di una squadra che è riuscita ad avere la meglio sul Modena solo ai calci di rigore grazie alle due parate decisive di Meret. In campionato, a Verona, non si è visto un gruppo affamato, come da mantra del tecnico. In conferenza, alla vigilia, Conte era stato chiaro: per il Napoli è un momento difficile, servirà andare oltre i propri limiti perché la ricostruzione è solo all’inizio e sarà lunga. Ha inoltre detto di aver trovato una situazione peggiore di come la immaginava. Ma ha anche promesso, senza parlare di obiettivi, impegno, “cazzutaggine” per usare una sua parola, e maglia sudata. I suoi ragazzi oggi non hanno mostrato nulla di tutto ciò.
Il Napoli di Verona è stato “ordinatino” nel primo tempo ma senza affondare il colpo, assente nella ripresa, incapace di reagire e lottare, senza idee e posizioni chiare in campo. In panchina mancavano completamente soluzioni in grado di cambiare l’inerzia della gara. Il solo Raspadori ha preso un’ammonizione: segnale di una squadra che non ha lottato e che si è arresa troppo presto. Lo stesso Conte, di solito tarantolato, è parso smarrito, incredulo e incapace di dare la scossa ai suoi.
Sulle panchine di Juventus e Inter, Conte era riuscito a mostrare fin da subito la sua mano: c’era atteggiamento vincente, entusiasmo, energia e voglia. Il primo Napoli di Conte è parso fragile e smarrito: è solo l’inizio, ma dalla società devono arrivare rinforzi per metter e uno dei migliori tecnici italiani nelle condizioni di dare la sua impronta al Napoli.
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