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Osimhen, il pacco di Calenda (alla fine) è stato spedito: le colpe dell’agente dietro al caso del nigeriano

Photo by FILIPPO MONTEFORTE/AFP via Getty Images

Che Osimhen non sia un “pacco”, inteso come livello del giocatore, è chiaro a tutti: sicuramente possiamo ancora considerare il nigeriano come uno dei numeri 9 più forti d’Europa, che viene dopo ai pochi eletti come Kane del Bayern Monaco oppure Haaland del Manchester City. Tuttavia, l’agente di Osimhen, Roberto Calenda, intendeva dire che il suo assistito doveva avere completamente in mano la propria carriera e che quindi meritava di decidere lui, e solo lui, la sua futura destinazione. Ovviamente Calenda l’ha sparata grossa, visto che la proprietà del cartellino era in mano al Napoli e che, soprattutto nel calcio moderno, per un trasferimento di mercato così grande, le pedine da muovere sono davvero tante.

Osimhen, il pacco di Calenda (alla fine) è stato spedito: le colpe dell’agente dietro al caso del nigeriano

“Osimhen non è un pacco da spedire come se fosse uno qualunque”, riprendiamo le parole di Calenda che con questo minuscolo comunicato pubblicato su X commette un errore gravissimo: si mette contro l’intera società del Napoli e quindi contro Aurelio De Laurentiis, presidente dalle scelte sportive molto discutibili ma che, come ha detto il ds Manna “sa prendersi il rischio d’impresa”. Nel momento in cui Calenda chiude il rinnovo di Osimhen con accordo fino al 2026 con tanto di clausola rescissoria fissata a 130 milioni, l’idea del Napoli era quella di cedere il giocatore solo ad offerte uguali o vicine a tale cifra: tuttavia, dall’inizio del mercato in poi, per Osimhen i club europei fanno solo leggeri sondaggi, senza mai spingere fortemente per firmarlo. Il suo agente non è riuscito a mantenere la promessa fatta al Napoli, ossia quello di portare un’offerta giusta per il cartellino di Osimhen.

Lo stesso nigeriano mesi prima rilasciò delle dichiarazioni importanti dove annunciava che aveva già deciso dove giocare la passata stagione, con la superbia di dare tutto per fatto, come se si fosse fidato della parola di Calenda, che tuttavia, incapace di gestire la soluzione come solo i Mino Raiola di una volta avrebbero fatto, promette ad Osimhen ed al Napoli una cessione a delle condizioni che non verranno rispettare mai. Andando avanti con la storia, i fatti li conosciamo già: arrivano gli ultimi giorni di mercato, con gli arabi che hanno aspettato il momento giusto per fare al Napoli l’offerta irrinunciabile che non si poteva rifiutare, anche se non propriamente alle condizioni prestabilite con l’agente, visto che per gli azzurri era importante non avere la pesantezza del grande stipendio del nigeriano.

De Laurentiis non ci sta, non accetta ricatti da parte di procuratoti che dovevano fare molto meglio il proprio lavoro, e tanto meno non accetta ricatti da club arabi che potrebbero spendere anche più della clausola rescissoria prestabilita nel contratto di Osimhen. Il Napoli rifiuta tutte le offerte e il nigeriano resta a Napoli, finche non arriva il Galatasaray che decide di prenderselo in prestito gratuito pagando l’intero stipendio. Alla fine il pacco di Calenda è stato spedito, con un colpo da maestro di Manna che fa rinnovare Osimhen per un altro anno per cederlo alle proprie condizioni, mentre lui rischia seriamente di fare un importante passo indietro per la sua carriera, perdendo la possibilità di andare a giocare in un grande club: la colpa è di Calenda, l’uomo delle promesse non mantenute ne al Napoli e tanto meno a Victor Osimhen.

Mario Di Domenico

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