L’ex portiere della Juventus sta meglio ma non ha ancora superato del tutto il trauma dopo l’emorragia cerebrale del 2022 e i tanti interventi
Tacconi: “Conduco una vita regolare, ma ho ancora paura”
Sabato 21 settembre le tribune dell’Allianz Stadium di Torino accoglieranno uno spettatore speciale. Stefano Tacconi, portiere della Juventus tra il 1983 e il 1992, protagonista della conquista di 8 titoli in bianconero, compresa la Coppa dei Campioni del 1985, tornerà a seguire la Vecchia Signora dal vivo dopo l’aneurisma cerebrale che l’ha colpito nell’aprile del 2022. Sarà anche l’occasione per incrociare Antonio Conte, suo ex-compagno di squadra alla Juventus e ora sulla panchina del Napoli.
La malattia e la scoperta del significato della parola “paura”
“Mi sento fortunato perché posso raccontarlo – dichiara in un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport ricordando l’incidente sofferto due anni fa che l’ha spinto a scrivere un libro, ‘L’arte di parare. Trovare il coraggio per fronteggiare i tiri della vita’ -. Non mi ricordo tutto, ma so di aver fatto passare un bello spavento alla mia famiglia. E ho scoperto il significato della parola paura, sensazione mai provata. Sinceramente non mi è ancora passata del tutto. Le cose vanno meglio e sono in ripresa, ma ho visto persone che hanno avuto il mio problema incorrere in ricadute. Per questo ho capito che non posso fare più il fighetto come una volta. Mi hanno tolto il fumo e il bere, il mangiare lo decido ancora io. E mi cucino tutto da solo”.
In tv Tacconi continua a seguire il campionato e sulla “sua” Juve e su Thiago Motta dice: “Mi piace e la sensazione è che sia così anche per i giocatori, che sembrano seguirlo in tutto. Thiago è diverso da Trapattoni, ma trasmette la sensazione di essere decisionista come lui. Lo scudetto? L’Inter resta favorita, ma i bianconeri, grazie a Koopmeiners e gli altri colpi, si sono avvicinati. Il valore della Juve sarà più chiaro dopo la sfida con il Napoli, che sulla carta sarà un’altra pertenente per il titolo: Conte è un vincente, lo dice la sua storia”.
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