L’edizione odierna de “La Repubblica” ha analizzato la prestazione di Romelu Lukaku, attaccante del Napoli, contro la Juventus nell’ultimo match di campionato.
Repubblica- Napoli, tutti in aiuto di Lukaku: non diventi un caso! La nuova formula di Conte soddisfa 9 titolari su 11…
Se bastano 11 punti per essere primi in classifica, se la velocità media è di 2,2 a partita, se la sfida scudetto tra Juve e Napoli finisce senza reti si intravede già il futuro del campionato. Sarà difficile vincerlo per distacco, i giocatori di fantasia o potenza rischiano di sbattere su difese chiuse, prevarrà la tattica sullo spettacolo. In questa grigia visione, la spunta chi sblocca subito l’attacco. Lo pensa forse anche Antonio Conte, voleva sapere se la squadra fosse finalmente sulla strada giusta, a Torino ha avuto una risposta importante, ma condizionata. Il suo Napoli con la correzione dell’impianto difensivo può lottare per lo scudetto, certo. Il quartetto lo rende a tratti impenetrabile. Grazie anche al centrocampo: eliminato un difensore esterno (Mazzocchi) e inserito un interno di spessore europeo (McTominay) è più autorevole, Anguissa vi aggiunge potenza, Lobotka si riappropria della guida del gioco, sulla destra funziona la cinghia di trasmissione decisiva per il terzo scudetto. La verticale creativa con un ritrovato Di Lorenzo e tutta la generosità di Politano, che a piedi invertiti taglia al centro e di sinistro è una fionda micidiale. Si arriva quindi alla conclusione. Mancano i sincronismi. Sono da coordinare le velocità e gli spazi per mandare in gol Lukaku e Kvara. Il georgiano, appena uscito, ha avuto un attimo di sconforto, quel pugno chiuso non riferito alla sostituzione, ma al rammarico di non ritrovarsi ancora.
Messi a proprio agio 9 giocatori su 11, ed è già tanto il lavoro di Conte, si evidenzia a Torino un corto circuito nella fase cruciale della costruzione. Thiago Motta, tatticista ortodosso altro che inventiva brasiliana, mura Lukaku. Lo marca strettissimo con Bremer. A sinistra Kvaratskhelia non scatta in parallelo nel contro lato come nei giorni migliori con Osimhen. Lo stesso aveva fatto Fabio Pecchia del Parma con il colombiano Yerry Mina e magari faranno i prossimi. Ecco, su questo deve intervenire Conte, il suo Napoli non può essere vulnerabile in uno dei punti predisposti per essere di maggiore pericolosità. Una situazione ingenerosa per Lukaku. Conte sostiene che non sia ancora al massimo della condizione. Può darsi, ma bisogna in una più serena retrospettiva riflettere. Lukaku è stato messo nelle condizioni peggiori per inserirsi. Tre personaggi potevano far meglio. De Laurentiis ha gestito il rinnovo di Osimhen con l’unico obiettivo di far cassa. Per un anno e più ha pubblicizzato l’unica soluzione, la vendita e la sua volontà di andar via. Per un minuto doveva chiedersi, parlando in confidenza con se stesso: il capocannoniere del mio scudetto è solo merce pregiata da esportazione o può essere anche il bomber per elevare il Napoli a grande club europeo?
Conte poi ha sollecitato ancora prima della cessione di Osimhen l’acquisto di Lukaku, come se fosse l’unico attaccante possibile per il suo gioco, sovraccaricandolo di attese e responsabilità. Il giovane manager Manna ha bloccato Lukaku ancora prima che andasse via il nigeriano biondo, complicando il quadro di mercato. Occorrevano tempi e comunicazione migliori. Basta leggere le pagelle, oggi Lukaku risulta peggiore in campo e riferimento del debole congegno offensivo. Non è così. Non può essere così. Lukaku per fortuna ha esperienza e carattere. Ma va aiutato. Può e deve tornare un punto di forza del Napoli. Solo sbloccando il gigante buono di Anversa e il malinconico Kvaratskhelia, il Napoli sarà una squadra davvero attrezzata dell’alta classifica.
Carlo Gioia
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