L’ex tennista milanese si è spenta a ottantanove anni lasciando un vuoto nella disciplina che ha caratterizzato complice il suo stile e il suo carattere “ribelle” per i tempi.
Tennis, lo sport italiano piange Lea Pericoli, la signora del tennis tricolore
In grado di essere la numero 1 in Italia nel settore femminile per quattordici anni (dal 1959 al 1976), l’atleta meneghina ha raggiunto per quattro volte gli ottavi al Roland Garros e tre volte sull’erba di Wimbledon vincendo per ben ventisette volte il titolo tricolore.
In grado di segnare un’epoca complice soprattutto le numerose partecipazioni agli Internazionali d’Italia (dove ha raggiunto per quattro volte i quarti di finale e otto gli ottavi), l’atleta meneghina Lea Pericoli ha composto un doppio indimenticabile con Silvana Lazzarino con cui ha raggiunto la finale a Roma per cinque volte.
GLI STUDI ALL’ESTERO, UNA VITA A MILLE ALL’ORA
Una vita sempre sulla cresta dell’onda a partire all’infanzia vissuta ad Adis Abeba dove il padre si era trasferito in seguito alla Guerra d’Etiopia e dove ha mosso i primi passi con la racchetta, uno strumento che l’ha accompagnata anche durante l’adolescenza trascorsa in Kenya dove viene mandata a studiare prima di rientrare in Italia a diciassette anni.
SEMPRE ALL’AVANGUARDIA, LASCITO IMPORTANTE
Proprio in occasione di una vacanza in Versilia dove insegnava il padre di Paolo Bertolucci, Lea capisce che il tennis può diventare più di una passione e, nonostante le avversità paterne, decide di dare vita a una carriera e piena di soddisfazioni, ma soprattutto sempre contro i pregiudizi. Sfruttando il proprio spirito indomito e i suoi look “all’avanguardia” per l’epoca Lea ha saputo dare una ventata di modernità al mondo dello sport rivoluzionandolo e lasciando una pesante eredità.
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