L’edizione odierna de “La Repubblica” ha analizzato il momento del Napoli, soffermandosi anche sui recenti avvenimenti in città.
Repubblica – Il Napoli è iscritto d’ufficio alla lotta per lo scudetto! Ma un club è più forte se coincide il suo stile all’interno e fuori…
Per infiniti motivi il Napoli è iscritto d’ufficio alla lotta per lo scudetto 2024. Per primato agilmente afferrato, volumi di investimenti, spesa corrente, disponibilità del presidente verso l’allenatore, passato vincente di Antonio Conte, costoso e qualificato staff, l’eccellente preparazione, fatturati, pubblico generoso al botteghino. Manca ancora qualcosa. Il rispetto di regole non scritte. Un club è più forte se coincide il suo stile all’interno e fuori. Per vincere bisogna crescere insieme. Tutti. Neanche il napoletano più ottimista e innamorato può giurare che questo già avvenga. Un divieto per eccessiva prudenza oscurò le scene più violente all’Unipol Domus, lo stadio di Cagliari-Napoli. Della gravità si è avuta una prova solo dopo, con le sanzioni (30mila euro) e la minaccia di più severi provvedimenti. A Torino per Juve-Napoli, la prefettura ha chiuso con colpevole ritardo le porte dello stadio in faccia ai tifosi del Napoli residenti in Campania. Molti avevano già acquistato, prenotato aerei, treni, alberghi. Non deve ripetersi. La prossima domenica il Napoli è ad Empoli. Non ci sono limiti per nessuno. Basta il biglietto per entrare allo stadio Carlo Castellani. Se i tifosi in campo esterno sono utili e graditi, secondo la più diffusa letteratura del calcio, chissa se qualcuno del Napoli si ricorderà di raccomandare civiltà di contegno alla tifoseria più agitata. Lo farà qualcuno di carisma? Per il pellegrinaggio del 6 aprile 1975 con ponte aereo per portare 40mila tifosi a Torino, bastò la severa acredine di Antonio Juliano per ottenere la più composta spedizione. «Lasciamo Pulcinella a casa», voleva che il Napoli lottasse per lo scudetto senza farsi deridere. Segnò Altafini, “Core ‘ngrato”, ma fu un pomeriggio di riposo per i celerini del Reparto Mobile e il pronto soccorso delle Molinette.
I napoletani hanno anche l’orgoglio. Sono solo pochissimi a doverlo ritrovare nelle trasferte del calcio. La prossima è un’opportunità da non perdere. Lascia perplessi anche l’allarme per furti d’auto e rapine a danno di giocatori. Mai dire camorra, è bassa criminalita. Questa è bassa criminalità. Ed a Napoli i boss sono tenuti lontano. Quante cessioni di De Laurentiis hanno evitato legami diffusi al Nord? Non solo, l’autorità giudiziaria apri proprio a Napoli un’offensiva. Ha lavorato bene il pool di magistrati (procuratore Gianni Melillo, pm di punta Antonello Ardituro) con fari accesi su eventi dello sport, con Questura e carabinieri di Posillipo. Può fare qualcosa in più anche la gente del calcio. Se un calciatore, chiunque sia, trova apparecchi geolocalizzatori nella sua auto danneggiata deve correre a denunciare. Parlarne poi con il club, magari con Lele Oriali che dovrebbe far questo, ascoltare i giocatori e tutelarli. Nessun indizio, e vale per tutti. Ma certe ricerche non escludono nulla, pubblico e privato. Vanno spiegate le linee di comportamento. C’è a volte la tentazione di difendersi con i social, come fossero armi di difesa. Non basta lanciare allarmi nel vento scrivendo che la mancanza di sicurezza fa vomitare. Non c’è danno peggiore ad una città che vive di turismo. Coraggio, per vincere si cresce tutti insieme. Pronti?
Carlo Gioia
Se vuoi sapere di più sul Napoli, tieniti aggiornato con www.gonfialarete.com