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Gazzetta – Napoli, è il momento di Gilmour: senza Lobotka, lo scozzese è la novità in regia

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si è soffermata su Billy Gilmour, centrocampista del Napoli, e sulla possibilità di vederlo dal primo minuto contro l’Empoli.

Gazzetta – Napoli, è il momento di Gilmour: senza Lobotka, lo scozzese è la novità in regia

Il momento è arrivato. Non nel modo in cui si pensava e soprattutto sperava, ma tant’è. Billy Gilmour scalda i motori: domenica a Empoli toccherà a lui dirigere l’orchestra azzurra. Stanislav Lobotka è rientrato ieri in Italia e oggi si sottoporrà agli esami strumentali per capire e valutare l’entità del danno ai flessori e i tempi di recupero, ma sembra piuttosto scontata la sua assenza in Toscana. E, allora, musica maestro, che Gilmour è pronto a suonare il suo ritmo. Napoli ha voglia di tornare a cantare anche in trasferta, dove quest’anno il bilancio è di assoluta parità: sconfitta senza appello a Verona, vittoria larga a Cagliari con debutto del duo scozzese arrivato dalla Premier, e pari in casa della Juve, nel giorno del primo passo vero della rivoluzione contiana: a Torino è nato il Napoli di Antonio con la difesa a 4 e soprattutto con McTominay incursore e Lobotka tornato a splendere in regia. Ecco, ora toccherà a Billy ereditare le chiavi del gioco del Napoli dallo slovacco e dimostrarsi valore aggiunto di una rosa da grandi ambizioni.

Conte da tempo pensava di lanciare Billy nell’undici titolare, per la qualità e l’intensità dimostrata negli allenamenti. E la voglia di conquistare subito l’Italia. Poi, però, ha dovuto fare i conti con un Lobotka formato tricolore e ha frenato l’istinto: «Ho spinto per avere Gilmour perché è intelligente, vede subito la giocata. Mi sta mettendo in difficoltà nelle scelte» aveva detto prima di Como. Finora, Antonio gli ha dato soltanto una chance dal 1’ in Coppa Italia e accanto a Lobo, e l’esperimento del doppio play era stato ampiamente promosso. Ma l’idea torna nel cassetto in vista di Empoli. In altri tempi sarebbe stata una mezza tragedia, oggi, invece, c’è totale fiducia in Gilmour e nelle sue qualità da leader della mediana. Nell’ultima apparizione da titolare col Brighton ad agosto, contro lo United, Billy si prese la scena e dominò contro una corazzata della Premier, meritandosi gli elogi pubblici del suo allenatore. Che era contrario al trasferimento, ma poi si è dovuto arrendere all’evidenza: Gilmour voleva Conte e il Napoli e ora è pronto a giocarsi la sua grande chance.

Aggressivo e tecnico come piace a Conte, Gilmour è cresciuto nelle giovanili del Chelsea seguendo i consigli di Lampard, e poi con i grandi si è laureato campione d’Europa nel 2020-21. Non è tipo che trema davanti alle responsabilità, che anzi lo esaltano. Centrocampista moderno di ritmo e piedi buoni, Billy ha un pessimo feeling con il gol ma questo resta l’unico neo di un piccolo guerriero destinato a diventare uno dei pilastri del futuro napoletano. È arrivato come vice Lobotka ma non solo e il ruolo di titolare aggiunto gli sta un po’ stretto. Lo ha dimostrato anche ieri contro il Portogallo e in assoluto in ogni sua apparizione con la maglia della Scozia, con cui ha giocato da protagonista all’ultimo Europeo, segnando anche la sua unica rete in nazionale.

Personalità nella gestione del pallone e cattiveria (sportiva) nella riconquista, Billy ha fretta di migliorare il suo italiano anche per «rispetto al gruppo». Già, lo ha raccontato di recente dal ritiro della Scozia, dove ha raccontato l’emozione di questa nuova esperienza. «Le mie aspettative a Napoli sono state superate. Nelle prime due partite vedere tutti quei tifosi allo stadio e l’atmosfera incredibile che c’era in città è stato bellissimo — ha raccontato Billy —. In campionato la partenza è stata super. Sto amando ogni momento in questa mia nuova esperienza, questa è una città straordinaria che vive di calcio. Anche in Scozia è così». E il meglio deve ancora arrivare, anche se Billy sembra pronto a tutto. La sua scalata partirà da Empoli e l’obiettivo è quello di sempre: mai porsi limiti.

Carlo Gioia

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