L’edizione odierna de “La Repubblica” si è soffermata sul momento del Napoli, soprattutto dopo la vittoria di ieri ad Empoli per 0-1.
Repubblica – Il Napoli si nasconde, poi Conte riesce a dare la scossa: tira fuori i 2 acquisti inconsueti – per gli indirizzi di De Laurentiis – e vince la gara
Il Napoli si nasconde per un’ora. Come in un gioco di ragazzi escono in 8 dal campo lasciando all’Empoli anche le chiavi del gioco. Sanno che non farà danni finché c’è Caprile in porta, un ragazzo di 23 anni che interpreta il ruolo in versione moderna, con attenzione ma leggerezza, senza darsi troppe arie. Passano da quelle parti solo Buongiorno e Rrhamani, senza concedere nulla ad una squadra giovane, tatticamente bene organizzata da D’Aversa, giocatori di sicuro mestiere ed un ragazzo che svetta sugli altri, il centrocampista di 21 anni Fazzini, il solo che spieghi la presenza del Ct Spalletti in tribuna. Tutto il resto è noia consapevolmente vissuta, perché l’Empoli si diverte a spaventare per il primo tempo ed oltre una paciosa capolista, in evidente calo di tensione, ed il Napoli sente che qualcosa finalmente accadrà. Non molto ma quanto basta per la sesta vittoria. Punti 19, ottima media, velocità 2,375. La svolta arriva nel giro di pochi minuti. Ed è proprio Conte a dare la scossa. La più brusca per la partita da vincere e per le prossime 5. Valgono quasi metà scudetto.
Con esemplare onestà tira fuori i 2 acquisti inconsueti secondo gli indirizzi tecnico finanziari di De Laurentiis. Di solito preferisce un’opera buona all’ingaggio di un 31enne svincolato come Spinazzola, ancora di più comprare senza sconti un bomber di gran passato come Lukaku ma senza alcun miraggio di plusvalenze. Che Conte li abbia sostituti insieme potrebbe non essere un caso. È stato come avvertirli? Vi ho fatto prendere io, ma così non va. Infatti. Spinazzola sulla fascia sinistra non esce bene dalla zona di Gyasi né spinge il contemplativo Kavarastkhelia. Lukaku invece si arrende al diretto avversario, il tosto kosovaro naturalizzato albanese Ismajli. Sono passati 59 minuti, il vento deve cambiare. Si dà subito da fare Olivera portando dinamismo sulla sinistra, forza nei contrasti con Gyasi e l’inglese Anjorin che spazia tra sinistra e centro. L’Empoli ha un pressing predeterminato, corrono anche in 3 sul portatore di palla.
Lukaku si allontana senza polemiche ma con il rammarico di aver deluso il suo più convinto sponsor. Un cenno rapido di saluto e gli occhi bassi dicono tanto. Simeone entra d’impeto, rimedia anche una testata dallo stesso avversario, dovranno fasciargli la testa. L’effervescenza dopo le significative sostituzioni crea le premesse per l’assalto giusto. Nella collaudata intesa tra Di Lorenzo e Politano si concretizza l’inserimento di Simeone, premiato dal rigore. L’Empoli ha esaurito il carburante e non ha buone ruote di scorta come il Napoli, che si limita a immettere il brio di Neres, lasciando riposare ricambi del valore di Raspadori e Ngonge. Conte dà un altro giro di sicurezza alla difesa con Mazzocchi, tanto per mettere al sicuro la vittoria. È lo stile Conte, uno che vuol vincere piuttosto che stupire. Non dite che la Juve degli scudetti non sia stata una scuola.
In questa cultura dell’utile passano inosservati gli scozzesi. McTominay che ha preferito indossare il grigio per non staccarsi dal colore della partita giocata dal Napoli. Gilmour, atteso alla grande prova, dovendo sostituire Lobotka, entra nella parte solo nella ripresa quando tutto il Napoli si accorge che sesta vittoria e primato non sono certo da buttare. In campo il Napoli finalmente c’è, ma non quello di Conte con il carattere straripante di chi ama vincere bene anche le partite facili. Sarà proprio Conte a dover capire i motivi di questo calo di tensione, vederlo così fioco è una novità anche per lui, se ha qualche disagio per spiegare una immagine così sbiadita della capolista. Non basta dire che l’Empoli è la squadra più in forma del campionato. Con 10 punti in otto partite è solo 11esimo, per quanto grazioso e allestito in una buona fabbrica di calcio della sana provincia italiana. Sabato il Lecce, presto Milan e Inter a Milano, Atalanta e Roma a Fuorigrotta. Niente di grave, opportuna una analisi accurata per scoprire l’eventuale guasto e ripararlo. Conte deve capire, l’ingegnere degli scudetti è lui.
Carlo Gioia
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