Domenica 27 ottobre l’Inter ospita la Juve alle 18. Sarà una partita speciale per Di Gregorio, portiere bianconero cresciuto nel settore giovanile nerazzurro
Juventus, Di Gregorio: “Inter, nessun rancore. Ora sto bene”
“Sono arrivato all’Inter che non avevo ancora 7 anni e l’ho lasciata che ne avevo quasi 19, è un’esperienza che mi ha formato – racconta in un’intervista a Repubblica –. Non credo che Inter-Juve ci dirà realmente chi siamo: la nostra è una squadra nuova, ci serve tempo”
Michele Di Gregorio sarà uno dei protagonisti di Inter-Juventus, partita in diretta domenica 27 ottobre alle 18 su Sky Sport Uno, Sky Sport 4K, Sky Sport Calcio e in streaming su NOW. Un passato nel settore giovanile nerazzurro (dove ha indossato anche la fascia da capitano), un presente da portiere bianconero nella nuova era Thiago Motta.
MIX DI EMOZIONI, MA NESSUNA EMOZIONE (O RANCORE)
Un mix di emozioni che porterà il 27enne a vivere il big match del Meazza con una particolare emozione, come racconta in un’intervista concessa a Repubblica: “L’Inter ha fatto per me qualcosa che non potrò mai dimenticare, starmi vicino quando, a 13 anni, ho perso mio padre. Sono arrivato all’Inter che non avevo ancora 7 anni e l’ho lasciata che ne avevo quasi 19. È un’esperienza che mi ha formato, perché mi sono stati messi a disposizione educatori prima che allenatori, che la differenza l’hanno fatta quando cominci a pensare che allenarsi è un sacrificio, quando vedi gli amici che vanno in gita, che cominciano a uscire la sera, che ti stai perdendo un sacco di prime volte. È stato educativo e mi ha preparato a entrare in uno spogliatoio di Serie C dove il rapporto non era più con ragazzini ma con uomini di 34 o 35 anni, per cui conquistare la salvezza è fondamentale per mantenere la famiglia”.
“Tornare all’Inter? Non me lo sono mai aspettato”
Quando Di Gregorio conquista lo scudetto Primavera con l’Inter, pensa sia finalmente arrivata la svolta della sua carriera, ma invece il destino aveva previsto un percorso diverso per lui: “Dopo aver vinto lo scudetto Primavera con l’Inter pensavo di essere già pronto per la Serie B, invece arrivavano offerte solo dalla Serie C.”
“Ho dovuto analizzare a 360°, non agire di impeto e convincermi che non mi stavo sminuendo. Mi sono detto: se queste sono le offerte, questo è il mio valore. Ho avuto bisogno di fare uno step alla volta. C’è stato un momento in cui qualcuno ci ha creduto più di me. A Pordenone, per esempio, mi ero sottostimato, dopo essermi sovrastimato a 19 anni. Il calcio giovanile genera false speranze. Se sei nella Primavera dell’Inter ti credi già giocatore, hai gli sponsor, le comodità, ti sembra tutto già fatto. Anch’io ero andato oltre, ma sono stato bravo a tornare indietro. Se ti cerca il Pordenone, è perché vali il Pordenone. Tornare all’Inter? Non me lo sono mai veramente aspettato, se però fosse successo avrei voluto farlo dalla porta principale, la comparsa non l’avrei mai fatta, ma non porto rancore”.
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