David Neres, attaccante brasiliano del Napoli, ha condiviso emozioni e ricordi in un’intervista rilasciata ai canali ufficiali del club. L’ex talento dell’Ajax ha parlato della sua infanzia e dei sogni che lo hanno accompagnato nella carriera da calciatore: “Ho avuto un’infanzia felice”, ha esordito Neres. “Mi piaceva giocare all’aria aperta con gli amici e, ovviamente, il calcio era la mia passione. I miei idoli sono Ronaldinho, Messi e Neymar. Ricordo ancora il Mondiale del 2002, il gol su punizione di Ronaldinho contro l’Inghilterra, e la finale. Anche se ero piccolo, quei momenti mi hanno segnato. Un altro ricordo indelebile è il San Paolo campione del mondo per club nel 2005: tifavo per loro e mi sentivo parte di quella vittoria”.
Napoli, Neres si racconta: “Che emozione il primo gol, sui miei idoli…”
Ripercorrendo il suo primo gol in maglia azzurra, Neres ha raccontato l’intensità delle emozioni vissute: “Ero così emozionato che non riuscivo nemmeno a sentire il mio nome quando lo speaker dello stadio lo urlava. Solo dopo ho realizzato cosa stava accadendo ed è stata una sensazione indescrivibile. Sugli spalti c’erano mia moglie e mia figlia, il che ha reso tutto ancora più speciale”, ha confessato. Il brasiliano ha poi parlato del suo approccio al calcio e della determinazione che lo spinge ogni giorno: “Per me, essere un calciatore significa migliorarsi continuamente e dare sempre il massimo, in campo e fuori. Non ho un sogno specifico, ma voglio continuare a crescere e raggiungere traguardi importanti con il Napoli, sia quest’anno che in futuro”.
Neres si è aperto anche sui suoi interessi extra-calcistici. Grande appassionato di serie TV, ha svelato i suoi titoli preferiti: “Adoro Prison Break, Game of Thrones e Breaking Bad. Quando non penso al calcio, mi piace rilassarmi guardandole”. Non manca l’interesse per altri sport: “Mi piace il basket e il football americano, anche se non sono molto bravo a giocarci. Seguendo atleti come Kyrie Irving e LeBron James, mi ispiro ai migliori”. Infine, una nota sulla lingua italiana: “Sto imparando, ma è ancora difficile. Conosco qualche parola e so dire ‘come stai?’ e i nomi di alcuni giorni della settimana. Mi sento più a mio agio sul campo che a parlare”, ha concluso con il suo consueto sorriso timido.
Andrea Alati
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