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Atalanta, Gasperini: “Arabia? Sarebbe il coronamento di una carriera”

Il Gasp ha aperto a possibili scenari futuri, compresi quelli legati all’Arabia Saudita, durante la presentazione del libro del giornalista Luigi Garlando. Pur ribadendo l’impegno attuale con la squadra bergamasca, protagonista sia in campionato che in Champions League, Gasperini non ha escluso del tutto l’idea di accettare una proposta da parte del ricco movimento calcistico saudita.

Atalanta, Gasperini: “Arabia? Sarebbe il coronamento di una carriera”

“C’è stata una possibilità, ma non ero mentalmente pronto e avevo un impegno. L’ipotesi resta viva? Solo se avessi la convinzione di portare qualcosa di nuovo, oltre i soldi. Sarebbe il coronamento di una carriera”, ha dichiarato.

Sul ruolo dell’allenatore e l’evoluzione del calcio
Gasperini ha poi riflettuto sul mestiere dell’allenatore, descrivendolo come un lavoro pieno di alti e bassi: “Gli allenatori li metterei tutti in Paradiso: viviamo momenti di esaltazione e momenti di grande difficoltà”. Ha sottolineato come nel calcio moderno molte delle sue idee, soprattutto sul pressing uomo a uomo a tutto campo, siano diventate comuni, ma ha ribadito che non esiste un copyright sulle strategie di gioco. “Ho creduto anni fa in certe idee che oggi si sono diffuse. Si prendono, si adattano: è così che funziona”, ha spiegato.

Il talento e l’importanza dello spettacolo
Sul talento, Gasperini ha lamentato la sua crescente rarità in un calcio sempre più veloce, ma ne ha esaltato la centralità: “Il talento è la cosa più bella. È la prima cosa che cerco in un giovane: sensibilità, fantasia, facilità di giocata. Anche la tattica individuale è parte del talento”. Ha poi evidenziato il suo approccio offensivo al gioco, spesso trascurato nelle analisi, e l’importanza dello spettacolo: “Il calcio è complesso, ma resta uno spettacolo. Quando hai stadi pieni, devi offrire qualcosa di emozionante. Credo che si abbia più possibilità di vincere giocando bene”.

La filosofia del miglioramento continuo
Gasperini ha concluso con una riflessione personale, sottolineando l’importanza di superare i propri limiti: “Ognuno ha i propri record e traguardi. Superare sé stessi è una grande vittoria. E il calcio insegna anche a perdere, a ripartire e a creare nuovi obiettivi”. Parole che sintetizzano la visione di un tecnico che punta non solo al risultato, ma alla crescita e alla bellezza del gioco.

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