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Napoli, Conte: “Ci vuole tempo e pazienza, che piaccia o no. Dobbiamo fare ancora step importanti”

Il Napoli è atteso da un altro snodo cruciale per la stagione: dopo la vittoria sull’Atalanta, al Maradona arriverà la Juventus di Thiago Motta. Una sfida importantissima per mantenere la vetta della classifica e dal sapore speciale per Antonio Conte, ovviamente grande ex: segui in diretta la sua conferenza su SGLR con tutti gli aggiornamenti in tempo reale.

Napoli, Conte: “Ci vuole tempo e pazienza, che piaccia o no. Dobbiamo fare ancora step importanti”

L’ex più iconico della partita presenta così il big match di giornata contro la Juventus. Qui tutte le parole in diretta di Antonio Conte, in conferenza stampa dalle 14:30. La partita è in programma sabato alle 18

Sono passati 14 anni dal suo arrivo alla Juve come allenatore, è migliore il Conte di oggi o quello di ieri?

“A dire il vero alla Juve sono arrivato al 1991… da giocatore. Da allenatore sono 14 anni, sì, ma non mi togliete la giovinezza (ride, ndr). Alla Juve ho trascorso 16 anni della mia vita, gran parte della mia vita calcistica: per me è stata una grande esperienza e un grande insegnamento. Migliore o peggiore? Cerco sempre di essere migliore, non solo rispetto alla Juve ma anche a 24 ore fa. Abbiamo il dovere di cercare sempre di migliorarsi quotidianamente. È uno stimolo. Mi sento sicuramente più completo, ho 55 anni, ho avuto esperienze importanti, sia all’estero che da Ct, nel percorso immagazzini sempre qualcosa. Devi sempre continuare a studiare ed evolverti se vuoi rimanere in scia, sia dal punto di vista psicologico che umano. Mai sentirsi appagati ma cercare sempre l’eccellenza, ed è la grande passione che ho che mi porta a farlo, pur bruciando tantissime energie fisiche e nervose”.

Cosa manca a questo Napoli per dare qualcosa in più del “fastidio” alle altre?

“Serve fare il percorso, serve continuare a farlo; non possiamo pensare di essere già alla fine, significherebbe non dare valore al nostro lavoro. Aspettiamo e continuiamo, ci auguriamo che il percorso sia il più lungo possibile. Cosa manca? Delle cose, ma non voglio entrare nei dettagli. Non possiamo svegliarci e dire di colpo ‘oggi siamo pronti a vincere’. Detto ciò, continuiamo a lavorare cercando di tirare fuori il meglio da noi stessi. So per certo che abbiamo bisogno di altri step, di tempo e pazienza”.

Cosa c’è nella sua esultanza al ritorno da Bergamo?

“Mettiamo i puntini sulle i, io non ho preso il megafono… Io ero dentro il pullman e megafono mi è stato passato, chiedendomi di dire due parole. Ho pensato che, al giorno d’oggi, dire un grazie sia difficile, e io non potevo non ringraziare i nostri tifosi. Se non avessi detto qualcosa al megafono forse saremmo ancora lì… (ride, ndr). Sono sicuramente emozioni che resteranno per sempre, e mi sono sentito in dovere di ringraziarli”.

Napoli-Juve non è una partita normale per i vostri tifosi… Lo percepisce?

“Ho percepito che non erano normali neppure quelle con Atalanta, Verona e Roma, se è per questo. Non dico che dobbiamo lottare contro tutti ma, per tanti motivi, non c’è mai una partita normale. Lo dico sempre: noi dobbiamo considerare una grande partita ogni singola partita. Sappiamo che match come quelli con la Juve sono ad alto indice di difficoltà, loro sono un osso duro”.

“La Juve è imbattuta da 21 partite, da quando abbiamo iniziato il campionato non c’è stata una squadra che è riuscita a batterla. Tutti questi demeriti non ci sono. Poi alcuni pareggi potevano essere vittorie e quindi si è creato questo distacco, ma non dimentichiamo che l’anno scorso siamo arrivati a 20 punti dalla Juventus. Rispetto a Milan, Inter e Atalanta quanto siamo arrivati dietro l’anno scorso, oggi ci siamo dimenticati questo gap. La sconfitta fa parte della vita. La Juve è sicuramente una squadra quadrata, con giocatori forti. Fanno la Champions, hanno fatto un ottimo mercato, parliamo di un top club per cui avere sempre un grandissimo rispetto, come verso Milan e Inter. Se giochi in quelle tre non puoi nasconderti, hai un solo obiettivo: vincere”.

“Ogni finestra di mercato ti può migliorare e, se non sarà adesso, sarà a giugno. Vogliamo tornare in Europa. Le finestre di mercato non sono solo per il presente, ma anche per il futuro, significa mettere delle basi. Basta pensare il mercato di due anni fa, dove sono stati spesi cento milioni e, alla fine, tutti sono andati via in prestito: è importante spendere soldi e, ancor di più, spenderli bene”.

Meglio comprare ora o a giugno?

“Ripeto, ogni sessione è un’opportunità. Se ce ne saranno è giusto che il club lo decida. Io sono venuto al Napoli per aiutare in un momento di difficoltà, bisogna essere sempre costruttivi. Oggi abbiamo un gruppo di cui sono contentissimo, so che con loro posso andare in guerra; se arriverà qualcuno ben venga, altrimenti ce ne faremo una ragione: lavoriamo e pedaliamo. È un dato di fatto che, in futuro, questa rosa andrà sicuramente rinforzata in maniera importante. Se riusciremo ad entrare in Europa, oggi siamo pochi…”

Su Buongiorno

“Ha iniziato questa settimana a lavorare in gruppo. Ha perso un bel po’ di massa muscolare, stiamo cercando di rimetterlo in pista. In certe situazioni è importante il feedback col calciatore, non mi piace forzarli al rientro. Anche io ho avuto tanti infortuni in carriera e so che va auto-gestito a livello mentale. Non so quando tornerà, è tutto molto soggettivo”.

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