Il baricentro e le posizioni medie del Napoli premiano il pressing e l’aggressività di Conte, contro il blocco basso della Juventus di Thiago Motta.
FOCUS – Il «blocco basso» citato da Motta esiste solo nella sua Juve! I dati sul baricentro premiano l’aggressività del Napoli di Conte…
«Il Napoli gioca con un blocco basso e poi riparte». Aveva profetizzato così, alla vigilia di Napoli-Juve, il tecnico bianconero Thiago Motta. Un’affermazione che si scontra con una realtà ben più complessa e stratificata.
Analizzando i dati, emerge un quadro che sfida questa convinzione. La Juventus, infatti, ha mantenuto un baricentro oscillante tra i 43 e i 49 metri, suggerendo un approccio più cauto. Tuttavia, la squadra di Motta, nel corso del secondo tempo, ha fatto ben poco per oltrepassare il centrocampo, con un baricentro medio di 43 metri che testimonia inequivocabilmente l’adozione di un blocco basso.
Foto: Lega Serie A
Ma ciò solleva una questione cruciale: è davvero il Napoli una squadra difensivista? Per chi non avesse seguito le partite, la risposta potrebbe sembrare affermativa. Eppure, come spiegare che, nella ripresa, il baricentro degli azzurri si sia elevato fino a 55 metri, collocandosi interamente nella metà campo bianconera? E come è possibile che, nei primi quindici minuti del secondo tempo, il Napoli abbia registrato un possesso palla del 100% nell’ultimo terzo di campo avversario?
L’analisi delle posizioni medie dei calciatori offre ulteriori spunti: Anguissa e McTominay hanno mantenuto una posizione media al fianco di Lukaku. Questi dati forniscono una chiara indicazione di quanto il Napoli di Conte abbia spinto in avanti, evidenziando un gioco verticale e aggressivo in netto contrasto con le affermazioni di Motta.
Foto: Lega Serie A
In sintesi, è evidente che il Napoli di Conte ha applicato con successo un gioco verticale e aggressivo, spingendo le linee in avanti e costringendo gli avversari a retrocedere, un aspetto che sembra sfuggire a Motta, Gasperini e Percassi, che forse non seguono una partita degli azzurri da ottobre/novembre.
Carlo Gioia