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Stadio “Maradona”, dal Comune: “Riaprire il terzo anello per far giocare il Napoli durante i lavori”

Maradona
Photo by Fabio Sasso/Imago)

Gli Europei del 2032, che l’Italia co-organizzerà con la Turchia, rappresentano un’opportunità imperdibile per Napoli.

Stadio “Maradona”, dal Comune: “Riaprire il terzo anello per far giocare il Napoli durante i lavori”

La città partenopea punta a inserire lo stadio Diego Armando Maradona tra gli impianti che ospiteranno le partite del torneo, ma per farlo sarà necessario un importante progetto di ristrutturazione.

Il piano del Comune: riaprire il terzo anello

Secondo quanto riportato da Il Mattino, il sindaco Gaetano Manfredi ha presentato ad Aurelio De Laurentiis una proposta concreta per modernizzare il Maradona senza fermare le partite casalinghe del Napoli. L’idea chiave? Rendere nuovamente fruibile il terzo anello dello stadio, chiuso da anni per problemi di stabilità.

Durante i lavori di ristrutturazione delle altre aree, il terzo anello potrebbe essere utilizzato come passante per il pubblico, permettendo al Napoli di continuare a giocare senza un drastico calo degli incassi.

De Laurentiis resta scettico: il nodo economico

La risposta del presidente del Napoli, però, non è stata entusiasta. De Laurentiis teme le perdite economiche dovute alla riduzione della capienza durante i lavori e ha più volte ribadito di non voler investire sulla struttura di Fuorigrotta.

Per questo motivo, il team del sindaco Manfredi sta conducendo uno studio per verificare la fattibilità della proposta. I primi risultati sembrano positivi: le moderne tecnologie permettono di rafforzare strutture come quella del Maradona, evitando il rischio che i tifosi saltando possano far tremare l’intera area, come accadeva in passato.

Tempistiche serrate e finanziamenti: il ruolo di Comune e privati

Il tempo stringe. La UEFA richiede che, entro il 2026, l’Italia presenti progetti completi e dettagliati con garanzie bancarie per le città candidate a ospitare EURO 2032. Napoli deve accelerare.

Se il peso principale dei lavori ricade su De Laurentiis — come previsto dalla legge sugli stadi — il Comune sta cercando soluzioni per alleggerire il carico economico:

Sgravi fiscali e mutui agevolati del Credito Sportivo
Incentivi della Zona Economica Speciale del Sud Italia
Possibile coinvolgimento di sponsor privati tramite il Fondo immobiliare Invimit, gestito dal Ministero dell’Economia
L’architetto Zavanella e il nuovo volto del Maradona

Un altro nodo cruciale riguarda il progetto architettonico. De Laurentiis potrebbe affidarsi a Gino Zavanella, già progettista dello Juventus Stadium e del nuovo Dall’Ara di Bologna.

Zavanella ha già espresso la sua visione:

“Per rigenerare uno stadio servono tra i 22 e i 24 mesi. Napoli non può avere una pista di atletica: il pubblico deve essere vicino al campo”.

Comune e club sembrano allineati sul modello di impianto da realizzare: non solo un’arena sportiva, ma un punto di riferimento per il quartiere, con un museo dedicato alla storia del Napoli, parcheggi e spazi per l’intrattenimento.

Una corsa contro il tempo

Il destino del Maradona per EURO 2032 si gioca nei prossimi mesi. Se il progetto decollerà e le coperture finanziarie verranno chiarite, Napoli potrà davvero ambire a essere una delle protagoniste della competizione continentale.

Ora la palla passa a De Laurentiis: accetterà di investire nella casa del Napoli per garantirle un posto nel futuro del calcio europeo?

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