Negli ultimi tre anni, il Napoli di De Laurentiis ha movimentato sul mercato una somma doppia rispetto all’Inter, pur mantenendo un monte ingaggi significativamente più basso. Lo riporta la Gazzetta
Strategie di mercato a confronto
Analizzando le operazioni di calciomercato, emerge una chiara differenza nelle strategie delle due società. Nel triennio considerato, il Napoli ha investito circa 350 milioni di euro per l’acquisto di nuovi giocatori, contro i 168 milioni spesi dall’Inter. Se guardiamo ai saldi netti, che considerano anche gli incassi dalle cessioni, il Napoli registra un passivo complessivo di 107 milioni, mentre l’Inter si ferma a -15 milioni.
Nel dettaglio, nel 2022-23, l’anno dello scudetto azzurro, il Napoli ha investito 116 milioni in acquisizioni, con operazioni rilevanti come Raspadori (32 milioni), Kim (22) e Kvaratskhelia (11,5). L’Inter, invece, ha limitato le spese a 29 milioni, con Asllani (14,5) come acquisto più oneroso.
L’anno successivo, conclusosi con il tricolore nerazzurro, la situazione si è ribaltata: l’Inter ha speso 117 milioni (Frattesi a 34,5, Pavard a 33), mentre il Napoli si è fermato a 84 milioni (Lindstrom 30, Ngonge 21,5). Nel mercato in corso, il Napoli ha investito ulteriori 150 milioni, con acquisti come Buongiorno (35) e Lukaku (30), contro i 22 milioni dell’Inter, che ha puntato su Martinez (13) e Palacios (7).
La gestione economico-finanziaria
La diversa “potenza di fuoco” delle due società si riflette anche nei rispettivi bilanci. Il Napoli, sotto la guida di De Laurentiis, si è sempre autofinanziato, con investimenti sostenuti dai profitti derivanti da plusvalenze, riduzione del monte ingaggi e incremento delle entrate commerciali. Al 30 giugno 2022, il club partenopeo registrava una posizione finanziaria netta positiva per 56 milioni e un patrimonio netto di 69 milioni.
L’Inter, invece, ha vissuto un periodo più complesso. Dopo le ingenti risorse ricevute da Suning tra il 2016 e il 2019, ha dovuto affrontare le difficoltà finanziarie del gruppo Zhang, ricorrendo a un prestito da 275 milioni da Oaktree nel 2021 e a un bond da 415 milioni rifinanziato nel 2022. Al 30 giugno 2022, la posizione finanziaria netta dei nerazzurri era negativa per 350 milioni, con un patrimonio netto di -86 milioni.
Monte ingaggi: due filosofie opposte
Sul fronte stipendi, le differenze sono altrettanto evidenti. Nel 2023-24, l’Inter ha sostenuto costi per il personale tesserato pari a 186 milioni, contro i 106 milioni del Napoli. Le scelte strategiche riflettono le rispettive situazioni economiche: l’Inter, per lungo tempo costretta a operare con risorse limitate, ha privilegiato acquisti a parametro zero e costruzione di una squadra esperta; il Napoli, invece, ha puntato su operazioni più dinamiche, mantenendo il tetto salariale sotto controllo.
A titolo di esempio, Lautaro Martinez percepisce 9 milioni netti all’Inter, Barella e Calhanoglu 6,5, mentre nel Napoli il giocatore più pagato è Lukaku con 6 milioni, seguito da Lobotka (3,5) e Politano (3,2). La cessione in prestito di Osimhen ha ulteriormente alleggerito il monte ingaggi azzurro.