L’Italia e tutti gli appassionati di calcio si sono svegliati un po’ più tristi e un po’ più soli per la scomparsa di Bruno Pizzul, una delle voci più riconoscibili, iconiche e storiche del pallone e, più in generale, dello sport nostrano. Il popolare telecronista sportivo si è spento all’età di 86 anni: tra tre giorni sarebbe stato il suo compleanno.
Giornalismo in lutto, si è spento Bruno Pizzul, icona dello sport nostrano
Avrebbe compiuto 87 anni fra tre giorni, sabato 8 marzo. A poche settimane dalla morte di Rino Tommasi, l’Italia perde un altro gigante assoluto di giornalismo sportivo, maestro di competenza e stile.
Oggi il mondo dello sport e della televisione italiana piange la scomparsa di Bruno Pizzul, una figura iconica che ha saputo trasmettere l’essenza del calcio con passione e maestria.
Cresciuto a Cormons, al confine con la Slovenia, Pizzul era un uomo di poche parole ma di grandi emozioni, un telecronista amato che ha raccontato le gesta di un calcio puro e genuino, lontano dalle ombre che purtroppo oggi lo avvolgono.
La sua carriera è iniziata sui campi da calcio, dove ha avuto l’onore di misurarsi con leggende come Omar Sivori. Ma è stato davanti a un microfono che il suo talento ha brillato, accompagnando milioni di spettatori nelle avventure della Nazionale e nei campionati di club con uno stile inconfondibile. Le sue telecronache evocavano la bellezza del gioco, rendendo ogni partita un momento da vivere e sentire.
La sua riservatezza lo portava a evitare palcoscenici e celebrazioni, ma la sua storia è una di quelle che Enzo Biagi avrebbe sicuramente raccontato con ammirazione. Pizzul era un uomo che sapeva cogliere l’essenza del calcio, tessendo aneddoti indimenticabili e facendo rivivere i grandi personaggi che ha avuto il privilegio di incontrare. Il suo amore per il gioco e per il vino, e le storie delle sue corse per prendere il treno dopo i racconti delle partite, ci parlano di un’umanità che non può essere dimenticata.
Oggi, mentre ricordiamo Bruno Pizzul e tutto ciò che ha rappresentato, non possiamo fare a meno di sentirne la mancanza. La sua voce, la sua passione e i suoi valori continueranno a risuonare nei cuori di coloro che hanno avuto il piacere di ascoltarlo. È un addio che lascia un vuoto incolmabile, ma anche un’eredità di amore per il calcio che vivrà nei ricordi di chi ha condiviso con lui questo straordinario viaggio.
di Andrea Fiorentino
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