Le chiacchiere, come quelle sul centro sportivo del Napoli, stanno (ancora a zero). Per un semplice motivo: il presidente De Laurentiis si è riattivato su questo fronte quando lo scorso 8 febbraio Antonio Conte si lamentò, nella conferenza stampa pregara contro l’Udinese, che il club azzurro avrebbe bisogno urgentemente di un centro sportivo. “Invece di pensare ad acquistare calciatori da 50-60 milioni, qjui serve una struttura che sia Casa Napoli”, disse il coach salentino evidentemente deluso. Stranamente, dal lunedì successivo il patron fece sapere attraverso i propri vanali “confidenziali”, che si stavano facendo passi da gigante sul fronte centro sportivo.
Sui terreni individuati bisogna fare una complicata bonifica
Ma non è così. E’ indubbio che adesso il proprietario del Napoli stia provando ad affrettare i tempi per evitare che Conte possano stufarsi in maniera irreversibile, però nonostante le dinamiche informative del patron lasciano credere che ci sia l’are sulla quale nascerà il complesso, finora non è stato acquistato ancora nulla. In pole position c’è la zona definita La Piana, di proprietà di Francesco e Cristiana Coppola (la famiglia che ha chiesto a De Laurentiis di liberare l’attuale centro sportivo entro il 2026 perchè tutta la zona è stata ceduta ad una importante catena alberghiera), però dopo alcuni sopralluoghi si è capito che si rende necessaria una profonda bonifica: i suoli si presentano “paludosi” ed almeno per il il momento non c’è un veto dell’Arpac. Però si attendono anche gli esiti dei carotaggi effettuati la settimana scorsa per verificare se nel sottosuolo ci sia la presenza di rifiuti tossici . Le aree confinano con i 63 ettari di “Parco umido La piana” affidato al Raggruppamento carabinieri biodiversità di Caserta e questo elemento dovrebbe rappresentare una garanzia in più. Ma si attende la risposta definitiva delle analisi.