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Juve, Pogba ritorna sul caso doping: “Tutto quello che è successo mi ha fatto cambiare, sono una persona migliore”

In una lunga intervista rilasciata ai microfoni di GQ France, l’ex centrocampista della Juventus, Paul Pogba, ha parlato della sua volontà di ritornare a giocare a calcio, dopo la squalifica per doping inflittagli nel Settembre del 2023.

Juve, Pogba ritorna sul caso doping: “Tutto quello che è successo mi ha fatto cambiare, sono una persona migliore”

Dopo ben 13 stagioni da professionista, in cui ha vestito le maglie di Manchester United e Juventus, Paul Pogba potrebbe ben presto tornare in campo, a seguito della squalifica per doping inflittagli nel lontano 2023. Il calciatore francese, infatti, potrà tornare in campo nella prossima stagione ed è già alla ricerca di una nuova squadra. In una lunga intervista rilasciata ai microfoni di GQ France, il francese ha raccontato i due duri anni che ha passato lontano dal terreno di gioco.

Queste le sue dichiarazioni: “Prima di tutto, non vedo l’ora di giocare. Sai, è passato così tanto tempo da quando non gioco a calcio. Non avrei mai immaginato di ritrovarmi libero in questo periodo della stagione. Non ho mai vissuto una cosa del genere. Oggi ci sono proposte. Arrivano da ogni dove.Voglio vedere cosa mi si addice di più. Perché sono in un periodo cruciale della mia vita e della mia carriera. E una decisione che prenderò il tempo di soppesare, tutto è interessante. Se mi fossi preso quattro anni, avrei smesso di giocare a calcio. Non volevo dirlo pubblicamente, ma è quello che ho pensato. Non ho capito. Perché? Mi hanno dato la pena massima, il che significa che non avevano davvero ascoltato nulla di quello che avevo detto loro. Tutto quello che mi è successo mi ha fatto cambiare. Ho visto cos’era la vita ‘vera’. Ha agito su di me come una pulizia completa. Ho impiegato dieci anni in una volta sola.”

“In quel periodo ho fatto tutto il possibile per restare concentrato sul calcio, ma è diventato troppo difficile. Avevo così tante preoccupazioni che ho smesso di giocare. Eppure ci ho provato. Sapevo che era l’unico modo per farmi dimenticare questi problemi. Ma in realtà, cosa rappresenta il calcio? Due ore al giorno? Solo due ore al giorno per divertirmi. Ogni volta che finiva, cercavo di girovagare nello spogliatoio, di stare con i miei compagni di squadra. Ma alla fine, devi tornare a casa. Mi chiedevo quando sarebbe finito tutto. Ha avuto un impatto sul mio corpo. Ecco perché non potevo tornare indietro. Ritorno a Manchester? Alla fine, è stato un bene per tutti. Per Manchester, per Adidas e per me. Tutti hanno avuto i loro soldi. Non capivo. Ero un giocatore con un ruolo importante nella squadra e all’improvviso mi sono ritrovato in panchina. Non riuscivo a parlare, non c’era comunicazione. Non ero felice, e un calciatore che non è felice non può giocare bene. Sono caduto in depressione senza nemmeno rendermene conto. Perché nessuno ci insegna cos’è la depressione. Fino al momento in cui ho iniziato ad avere buchi nel cuoio capelluto. Non capivo cosa fosse. Mi è stato detto che era stress.”

Vincenzo Schiavo

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