Luciano Spalletti torna a parlare del suo rapporto con Aurelio De Laurentiis, e lo fa con parole intense e simboliche.
Spalletti e De Laurentiis, un capitolo ancora aperto: “Nel mio libro c’è un capitolo su di lui, si intitola Il Sultano e il Contadino”
Durante un evento al Palacongressi di Rimini, il commissario tecnico della Nazionale ha raccontato alcuni passaggi del suo nuovo libro, Il paradiso esiste ma quanta fatica, in cui dedica un intero capitolo al presidente del Napoli. Il titolo è già di per sé eloquente: Il Sultano e il Contadino.
“Abbiamo vissuto insieme momenti bellissimi, indimenticabili, che resteranno per sempre nella nostra storia. E in quella storia io sarò sempre al suo fianco. Ma fuori da quella storia siamo due persone diverse e rimarremo sempre diverse. È chiaro? Sennò te lo spiego meglio”, ha dichiarato Spalletti con tono fermo.
Il legame con Napoli e i suoi tifosi
L’ex allenatore del Napoli ha poi ricordato con emozione l’avventura vissuta all’ombra del Vesuvio, culminata con la vittoria dello scudetto.
“Napoli è stata un’esperienza incredibile. Quando i tifosi iniziarono a decorare la città con i nastri, io sentivo crescere la tensione. Pensavo: e se poi non ce la faccio a vincere, cosa racconto a tutta questa gente? Ogni tanto abbassavo il finestrino della mia Panda e gridavo: ‘È presto!’. E quando mi riconoscevano, mi fermavano, mi abbracciavano. Era impossibile liberarsi da tutto quell’amore”.
Le distanze restano
Nonostante il successo condiviso, il rapporto tra Spalletti e De Laurentiis si è incrinato. La rottura, confermata anche da dettagli recenti, appare insanabile: perfino in tribuna, come riportato da la Repubblica, i due si sarebbero tenuti volutamente a distanza durante una partita.
Le parole di De Laurentiis
Il presidente del Napoli, di recente, è tornato sull’addio di Spalletti, ricostruendo quanto accaduto nei giorni successivi al 18 aprile 2023. Dopo le difficoltà con il Milan, avrebbe esercitato l’opzione per il rinnovo del tecnico via PEC, nel tentativo di rassicurarlo.
“Non avrei mai immaginato che alla cena del 12 maggio ci comunicasse la sua volontà di prendersi un anno sabbatico. Cercai di trattenerlo anche per via amichevole, ma accettai la sua scelta per gratitudine. Il mio errore è stato non avere un punto fermo. Forse ha voluto uscire di scena da grande vincitore, dopo aver conquistato in Italia ciò che non era mai riuscito a ottenere”.
Una divergenza che non ha mai cessato di essere tale, nonostante la gloria condivisa. Oggi, quel capitolo è stato chiuso solo sulla carta. Ma, come dimostrano le parole di Spalletti, il peso di quel rapporto resta vivo, scolpito nella memoria di entrambi.