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Corriere della sera – D’Angelo (Protezione Civile): “Obiettivo non ingolfare le ASL”

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Il quotidiano intervista il responsabile delle emergenze della Protezione Civile, Luigi D’Angelo, colui che gestisce l’organizzazione e la logistica, compresa la distribuzione delle mascherine Ffp2 e Ffp3, necessarie per fermare il contagio da Coronavirus. Le più richieste, al momento irreperibili. Risponde alle accuse mosse nelle ultime ore alla Protezione Civile.

Corriere della sera – D’Angelo (Protezione Civile): “Obiettivo non ingolfare le ASL”

“Siamo a disposizione di tutte le Regioni, in particolare di quelle dove l’emergenza è di massimo livello. Accusarci di ostacolare il reperimento di mascherine e altre attrezzature è falso, oltre che ingiusto”. Il responsabile dichiara che è falso ciò che dichiara Matteo Salvini, ovvero che le aziende lombarde aspettino l’ok della Protezione Civile per produrre mascherine. “Noi non abbiamo ricevuto nessuna richiesta. E in ogni caso abbiamo firmato già numerosi contratti per l’approvvigionamento e siamo in attesa delle consegne. Il fabbisogno mensile è di 90 milioni e noi abbiamo contratti per 56 milioni nelle prossime quattro settimane”.

La Lombardia accusa la Protezione Civile di aver fornito mascherine non adeguate: “Tutto quello che abbiamo, trasferiamo alle Regioni per cercare di ovviare alle carenze. Al momento non abbiamo altre mascherine, ma la Lombardia ne ha avute un numero superiore a quello delle altre proprio perché è in una situazione drammatica. All’inizio dell’emergenza c’era una disponibilità maggiore. Adesso che il virus si è diffuso in tutto il mondo i Paesi di transito fermano le forniture e le requisiscono. Ecco perché ogni Stato deve produrle e soprattutto riuscire ad aumentare questa produzione».

Sull’ospedale previsto in Fiera, a Milano, e poi bloccato, cosa di cui il governatore Fontana accusa la Protezione Civile: “Le tempistiche per avere le attrezzature sono lunghe, almeno 15 giorni. Per allestire un ospedale ci vuole un mese. Ma il vero problema è il personale: ci volevano almeno 400 medici e 800 infermieri e non abbiamo la possibilità di destinare tutte queste forze per una nuova struttura. Per questo abbiamo preferito aumentare i posti letto in altri ospedali in modo da poter procedere in pochissimi giorni”.

La difficoltà sono le terapie intensive, in primis: “Il Covid-19 è un nemico che in molti casi blocca il respiro. Ecco, il collo di bottiglia sono le terapie intensive. Le Regioni stanno facendo un lavoro enorme perché riescono a trovare ogni giorno energie per continuare a portare i malati in questi reparti, ma è una corsa contro il tempo perché nessuno immaginava quel che poi è accaduto».

Sul fatto che non si riesca a fare il tampone a tutti cittadini che sono stati in contatto con le persone contagiate: “In questo caso non ci sono criticità. Se non si hanno sintomi forti e stai a casa non c’è bisogno di farlo. Se invece si hanno sintomi forti e c’è il rischio di ricovero si fa perché serve ai medici per capire se è necessaria la terapia intensiva. L’obiettivo è non ingolfare le Asl”.

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