PAOLO CANNAVARO CORONAVIRUS – Paolo Cannavaro, ex capitano del Napoli, attualmente allena in Cina, insieme al fratello Fabio. In una videochiamata col giornalista Gabriele Parpiglia, ha raccontato la situazione Coronavirus dalla Cina.
Paolo Cannavaro: “In Cina molti più controlli. Chi lucra sulle mascherine viene arrestato”
“Noi da Dubai, che non è zona rossa, siamo tornati in Cina e ci hanno messo in quarantena per 14 giorni dopo aver fatto il tampone immediato, per fortuna nessuno risultato positivo. La Cina ha capito che il nemico può arrivare dall’estero e sa che non ci vogliono pochi giorni per sconfiggere il virus.
In aeroporto ci sono stati quattro step di controlli e con un’applicazione abbiamo autorizzato le forze dell’ordine a farci controllare tramite localizzazione per avere conferma del nostro reale rientro a casa.
In Italia, oltre alle regole, ci vorrebbe del buon senso da parte di tutti. Stiamo vivendo un’emergenza senza precedenti. Non pensavo che in Italia potesse scoppiare così forte, anche se i nostri test sono maggiori rispetto ad altri paesi. Ma in Italia ci stiamo auto-distruggendo.
In Cina hanno capito che c’era un business troppo grande per le mascherine e le aziende che producevano altro, ora producono solo mascherine. Il governo ha pagato tutte le mascherine e poi ha deciso come distribuirle regalandole anche all’Italia. In più, le mascherine destinate alla farmacia, se vengono vendute a un solo centesimo in più rispetto al valore di mercato, c’è multa, arresto e annullamento della licenza per vendere farmaci. C’è una seria intenzione, in Cina, di dare vera assistenza al popolo. Se in Italia devo pagare 60 euro per una mascherina, non è più un servizio. In più, se le mascherine sono finite, in Cina si possono prenotare on-line.
In Cina quando tutti dovevano stare in casa ci sono rimasti. Nessuno usciva. Gli unici negozi aperti erano farmacie e alimentari e gli unici che potevano prendere da mangiare erano i fattorini che consegnavano dalla mattina alla sera beni primari ovunque. Questo ti fa stare anche sereno in casa sapendo di non perdere il lavoro. Le autostrade erano gratis, anziché pagare al casello ti misuravano la temperatura e nel caso c’era già assistenza. Io andavo in banca e ti davano gel disinfettante, mascherina e ti misuravano la temperatura.
Persone al parco? Quando in Cina c’è stato il blocco definitivo e nessuno poteva uscire, scattava l’arresto perché mettevi in pericolo altri cittadini. Una scelta drastica, ma è stata una strada vincente. Chi sbaglia paga. Non si tratta di essere rigidi. Ci sono regole che vanno rispettate. Quando saremo zero contagiati, avremo la certezza che il virus può arrivare solo dall’estero ma i controlli sono serrati e lo si scopre”.
Luca Cerchione
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