L’ emergenza Coronavirus ha causato notevoli ripercussioni in ambito economico. Quasi tutte le aziende che non producono beni di prima necessità hanno fermato la loro attività. Il calcio italiano, a causa del blocco imposto dal governo, è entrato in uno stato di crisi economica. Da settimane si discute sui possibili scenari attuabili per riprende i campionati e finire regolarmente la stagione. Se non si dovesse trovare una soluzione, però, si potrebbero prendere misure drastiche per ammortizzare le spese finanziarie. Il presidente della Figc Gabriele Gravina, durante l’intervista a Radio 24, ha fatto il punto della situazione.
Gravina: “Taglio degli ingaggi non è tabù”
“Non è tabù pensare al taglio degli ingaggi dei calciatori, mi riferisco soprattutto a livelli particolarmente importanti. Siamo chiamati tutti ad un gesto di responsabilità”. La priorità di tutto il sistema calcio è di terminare i campionati nazionali, dimostrato anche dal rinvio di un anno di Euro 2020. Tuttavia, se l’emergenza si dovesse protrarre per altri mesi, non ci sarebbero le possibilità per concludere i campionati. A quel punto una delle decisioni più drastiche da prendere potrebbe essere il taglio degli stipendi importanti dei calciatori.
Gravina: “abbiamo ipotizzato la ripartenza il 3 maggio”
Per evitare critiche da parte dell’AIC, che ha già dichiarato di non essere favorevole al taglio dei salari, la Figc ha già un piano in mente.
“Abbiamo ipotizzato la partenza della serie A per il 3 di maggio, per finire il 30 giugno. Nella malaugurata ipotesi non dovessimo riuscirci, chiederemo a Governo, Uefa e Fifa la possibilità di sforare 10-15 giorni nel mese di luglio”.
Ipotesi play-off e play-out
Gravina ha anche dichiarato che tra le ipotesi in esame c’è la possibilità di giocare play-off e play-out.
“L’obiettivo è giocare il più possibile con, se dovessero rendersi necessari, anche cambi di format, quindi con play-off o play-out”.
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Antonio Del Prete
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