RUMMENIGGE BAYERN – Karl-Heinz Rummenigge, ad del Bayern Monaco, ha rilasciato alcune dichiarazioni a “La Gazzetta dello Sport” in merito alla ripresa dei campionati in questa emergenza Coronavirus:
“Ho avuto tanti contatti con amici italiani, tutti quanti stanno abbastanza bene. Uno è stato anche contagiato dal virus, ma per fortuna sta bene. Fino al 13 marzo andava tutto bene eravamo in corsa in tutte le competizioni: in testa al campionato, in semifinale di Coppa e in Champions avevamo vinto 3-0 all’andata con il Chelsea. Poi da un giorno all’altro è arrivata la nebbia sia nella vita che nel calcio.
Stagione attuale? Deve essere portata a termine. Per due motivi: il primo riguarda il lato sportivo, perché vanno definite le classifiche. Siamo alla 26esima giornata, ne mancano nove, vanno decisi i verdetti, dallo scudetto alle retrocessioni e promozioni. Poi c’è il lato più importante, l’aspetto economico. Tutti quanti in Europa scontiamo il fatto che l’incasso è proprio zero. Abbiamo delle spese alte, soprattutto per il salario dei giocatori. Spero che si finiscano e che si debbano finire tutte le competizioni. Se non si finisce oltre 30 giugno dobbiamo continuare a luglio e al limite anche in agosto. Dobbiamo finire la stagione, è un dovere per tutti.
Sono ottimista perché quando si potrà finire il campionato si potrà concludere anche la Champions, perché ho visto che stanno lavorando tutti a un calendario improvvisato, perché non sappiamo ancora quando si potrà o si dovrà ricominciare. Giocheremo al 100% senza spettatori. Una condizione che da noi non si discute neanche.
Avevamo il piccolo vantaggio di avere un ufficio a Shanghai quindi sapevamo già prima cosa ci aspettava in Europa. Ci siamo organizzati per quello che purtroppo è avvenuto. Da lunedì scorso si può fare allenamento sul campo a piccoli gruppi. Noi li dividiamo in quattro, i giocatori vengono già cambiati da casa, ciascuno da solo, poi vanno in campo anche se non è un allenamento normale. Tatticamente c’è poco o niente, però almeno fanno qualcosa.
La società ha chiesto ai giocatori di rinunciare al 20% del compenso nel mese di aprile, hanno accettato. Serve solidarietà e unione.
Ho sentito Andrea Agnelli, presidente dell’Eca, quando era in quarantena, quando l’Europeo doveva essere spostato da questa estate alla prossima. Poi non più, ma non c’è problema dobbiamo pensare a come le grandi possano dare una mano al calcio europeo, in qualsiasi modo, perché il problema tocca tutto l’ambiente, mette in difficoltà grandi, medie e piccole società”.
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