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Agroppi: “Sarri è mal sopportato e ben visto a seconda dei risultati! Conte è insopportabile quando non vince”

Sarri

INTERVISTA AGROPPI – L’ex giocatore del Torino Aldo Agroppi è inervenuto ai microfoni di TMW Radio, durante la trasmissione Maracanà. L’intervista tocca temi relativi al calcio e, nello specifico, parla di come è cambiata la figura dell’allenatore. Infine, esprime il suo giudizio sui tre allenatori che erano in lotta per lo scudetto prima dello stop causato dal Coronavirus: Sarri, Conte e Inzaghi.

Agroppi: “Sarri è mal sopportato e ben visto a seconda dei risultati! Conte è insopportabile quando non vince”

“Ai miei tempi mi chiedevo se fossi in grado di fare l’allenatore: ero un bel ragazzo, slanciato. Certi allenatori, anche fossero bravissimi, non potrebbero mai andare ad allenare. Certi presidenti cercano delle figure mediatiche forti, arrembanti, da presa sul pubblico e giocatori. In certi casi già parti battuto. Io avevo giocato ad alti livelli, la dialettica non mi manca, da toscano ho una marcia in più e quindi analizzandomi ci ho provato. Inizialmente tutto bene con varie promozioni e soddisfazioni, poi è arrivata la depressione. Malattia subdola. Ti mangia, è devastante. Rimettendoci soldi e salute ho detto basta, ho dovuto lasciare. Se un allenatore non ha problemi da risolvere non si potrà mai mettere alla prova e dunque non saprà mai se è in grado di fare al meglio il suo lavoro.

Non nutro simpatia per Conte, ma non per il suo passato, ma per il troppo esibizionismo, troppe urla e troppe sceneggiate. Non si vince sbraitando e facendo circo. L’allenatore non deve essere amico dei giocatori, si rischia di diventare complici. Devono temerti e stimarti allo stesso tempo per non perdere il potere su di loro. In panchina hanno vinto tanti allenatori silenziosi e sconosciuti. Cosa serve sbraitare, fare brutte sceneggiate. Hai sempre allenato grandi squadre, ma sempre grandi sconfitte. Quando sento dire che ha portato una grande mentalità alla Nazionale italiane, mi viene da sorride. Interpreta solo una parte, gli fa comodo quando vince, ma quando non vince diventa insopportabile sia per i giocatori che per i dirigenti. Mi parlano di “contismo” portato all’Italia, ma vi ricordo che quella Nazionale non entrò neanche nei primi quattro all’Europeo.

È sopravvalutato, quest’anno già fuori dalla Champions al primo turno ed è dietro in campionato. Esonerato ad Arezzo e con l’Atalanta. Ha vinto lo scudetto con la Juventus, come hanno fatto anche altri, non riuscendo mai a sfondare in Champions League. Io non ho mai avuto successi, ma non li ho mai promessi, quello che ho sempre garantito è stato l’impegno. Hanno il diritto di perdere, ma lui non sa farlo, perché dà totalmente i numeri. È uno che comanda, urla sbraita. Ma questo va bene finché vinci, altrimenti non ti sopportano più. L’allenatore oggi deve essere un grande psicologo.

Inzaghi non sembra neanche un allenatore. È un amico fraterno di tutti, ha un presidente a tempo pieno e sono le squadre che vanno meglio di tutti. Sarri è mal sopportato e ben visto a secondo dei risultati. Il tempo è variabile così come gli allenatori, dipendono dai risultati. Se quest’anno vince solo il campionato cosa hai fatto? È un mestiere difficile e andrebbe fatto con meno esuberanza”.

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Antonio Del Prete

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