A Radio Marte nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Pierluigi Pardo, giornalista.
Pardo: “Serie A? C’è da capire lo scenario sanitario. VAR? Situazione che si può risolvere”
“Io ricomincerei ma non dipende da noi. C’è da capire lo scenario sanitario, la soluzione ideale non c’è. Chiaramente la ripresa del campionato sarebbe falsata ma tra niente e piuttosto è meglio piuttosto. L’aspetto sanitario è quello fondamentale. L’idea di ipotizzare un ritorno è giusta, non è che ci si può fermare in assoluto. Bisognerà sintonizzarsi con quello che fanno gli altri Paesi europei. Innanzitutto perché ci sono le coppe, poi perché sarebbe un azzardo riprendere da soli. Le prossime settimane saranno utili per capire il virus, dobbiamo trattare anche gli aspetti farmacologici, la scienza darà risposte. Bisogna fare di tutto sperando di poter tornare in campo, poi se non sarà possibile pazienza.
Cinque sostituzioni al posto di tre? Tutto ciò che può alleviare la situazione dal punto di vista fisico sarebbe giusto, vista l’eccezionalità della situazione. Si può anche aspettare, nessuno si deve far male. Però è anche vero che non si può pensare di fermare completamente la vita, la Fase 2 va immaginata. Se si giocheranno così tante partite in così pochi giorni le cinque sostituzioni saranno d’aiuto.
VAR? La situazione si può tranquillamente risolvere. In uno stadio a porte chiuse si possono trovare spazi in più per allargare la sala VAR e di stare al sicuro. Mi sembra l’ultimo dei dettagli. Vero che in alcune stanze gli spazi sono molto stretti ma in una situazione in cui non ci sarà pubblico si possono trovare gli spazi. Ma ripeto, questo è uno dei problemi meno gravosi. Chiaramente si è iniziato con il VAR e si dovrà continuare.
Coppe europee? Paradossalmente, conoscendo l’UEFA, la vedo più semplice, sono meno partite. Ci saranno soluzioni di assoluta emergenza, ho letto che si ragiona su una possibile Final Eight. Una volta che con i quarti di finale ti sei allineato può veramente anche decidere di andare fare in 10 giorni una competizione regolare, in un luogo sicuro. Il vantaggio rispetto a un campionato sono che non si ha una classifica.
Da qui a giugno la vita andrà avanti, se ci saranno le condizioni i giocatori continueranno a giocare. Magari accorpando tutto in un unico luogo può essere una situazione di emergenza. Per il campionato è più difficile, sono tante partite ed è lunga. Un incidente è più semplice. Se non c’è il margine di sicurezza sono per dare appuntamento a quando ci sarà, con la salute non si scherza. Però è giusto immaginare il futuro e lavorare sugli scenari possibili.
Un mese fa c’era il panico per Napoli e per il centro Sud, mi sembra che le persone abbiano dato dimostrazione di lucidità e intelligenza. Adesso serve che chi di dovere possa impostare questa famosa Fase 2, perché altrimenti chi non si è ammalato con il virus si ammalerà per l’economia”.