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Sarri: “La Juve non è sempre favorita dagli arbitri! Napoli? Fischiato dove ho dato tutto, se non ho vinto è perché sono scarso”

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INTERVISTA SARRI – Maurizio Sarri, attuale allenatore della Juventus, ospite di “A casa con la Juve” si racconta a 360 gradi. L’ex mister di Napoli e Chelsea parla del suo trascorso nella sua città natale, del rapporto con i giocatori ed esprime il suo parere sul mondo Juve. Inoltre, si lascia andare a racconti della sua intimità svelando alcuni particolari.

Sarri: “La Juve non è sempre favorita dagli arbitri! Napoli? Fischiato dove ho dato tutto, se non ho vinto è perché sono scarso”

“Il primo viaggio dopo la fine del lockdown? Mi piacerebbe visitare Roma per la finale di Coppa Italia, l’altro è un luogo europeo perché vuol dire che siamo andati avanti in Champions. Cosa faccio in questo periodo? Sto guardando qualcosa, un po’ di partite nostre per schiarirmi le idee. Guardarle più distaccato ti dà una sensazione diversa. In questo momento dobbiamo pensare che l’estate la trascorreremo giocando, quindi dobbiamo staccare adesso perché quando torneremo a giocare, speriamo prima dell’estate, comincerà un periodo di 14-15 mesi consecutivi di attività senza praticamente soste. Leggo molto, guardo partite del passato, e vedendo il Milan di Sacchi penso che erano 20 anni avanti”.

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“Due cose mi hanno colpito. Noi siamo circondati da amore in qualsiasi posto di Italia ma anche da odio. Questa è una cosa che capisci solo quando vivi la Juve. Noi siamo quelli sempre favoriti dagli arbitri, poi guardi i numeri e capisci che vanno in un’altra direzione. Personalmente sono stato fischiato a Napoli dove sono nato e ho dato tutto, se non ho vinto è perché sono scarso ma io ho dato tutto quello che avevo. A Torino i tifosi della Fiorentina hanno fatto cori insultando mia madre e questo ti fa capire quanto odio c’è nei confronti di questa squadra. Quando vedi l’odio esterno ti attacchi all’interno e ti innamori della realtà. Se diventi gobbo lo diventi anche perché sei sempre attaccato dall’esterno. Va detto anche che in qualsiasi parte d’Italia abbiamo grandissimo affetto”.

Sarri, inoltre, aggiunge: “Pianti di gioia? Ho pianto più per sofferenza visto che ho vinto poco a questi livelli. Mai pubblicamente però a volte mi sono trovato da solo in casa con le lacrime. Penso faccia parte della passione che ci metti. Quando sei da solo con te stesso possono esserci momenti di tristezza. Non è un segno di debolezza ma di passione e forza per ripartire.

Come si vivono i rapporti umani nel calcio? Più vai in alto e più diventa difficile perché cambia il contorno. Ci vuole un po’ più di tempo ma poi si crea. Io ho avuto un rapporto conflittuale per i primi mesi con lo spogliatoio del Chelsea, poi quando ho detto che andavo via dopo la finale di Europa League ho pianto così come molti di loro. Non sono uno da pacche sulle spalle, sono uno che se fai degli errori te lo dice mentre se fai bene il massimo che dico è un bravo. Parlo molto di quello che sbagliano e poco di quello che fanno bene. All’impatto è pesante, poi dopo ti riconoscono un’onestà di fondo. Io i rapporti migliori ce li ho con tutti i giocatori che ho fatto giocare poco”.

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