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Banfield, Osvaldo a ruota libera: “Quasi mi uccisero a Roma, spero che Prandelli se la passi male”

L’attaccante del Banfield lancia bordate all’ex ct in diretta social a TNT Sports: “Non convocato per il Mondiale 2014 perché i giornali dicevano che ero argentino”.

Banfield, Osvaldo a ruota libera: “Quasi mi uccisero a Roma, spero che Prandelli se la passi male”

Ricordando i suoi trascorsi in giallorosso ha detto senza mezze misure: “Una volta ero in un bar di Roma e mi stavano quasi uccidendo – senza svelare ulteriori dettagli – Poi chiesi a Totti e De Rossi di accompagnarmi a sistemare le cose, non sono uno stupido”. Ma non dimentica il rapporto con il capitano, Francesco Totti: “Gli dicevo che secondo me era cornuto, perché non poteva essere così perfetto. Aveva una bella faccia, non voglio dare dettagli, ma era anche ben dotato nelle parti intime. Ed era il miglior calciatore con cui abbia mai a giocato. Aveva solo pregi, non aveva nemmeno l’alito cattivo per dire. E sua moglie… Qualcosa di brutto doveva pur averlo, no? Ma in realtà no, non aveva neanche le corna”.

Poi le bordate all’allenatore Cesare Prandelli: “Avevo fatto sei o sette gol nelle qualificazioni, ero il titolare e avevo la maglia numero 10, ma mi lasciò fuori perché i giornali gli dicevano che io ero argentino e andava convocato qualcun altro. Spero stia passando male la quarantena. Quando mi chiamò per andare al Galatasaray gli dissi che non avrei accettato neanche per 50 milioni. La cosa brutta è stata che ho scoperto di non essere convocato dai giornali, non mi ha neanche chiamato. Ci sono rimasto malissimo, sono finito a piangere, volevo morire perché meritavo di andare in Brasile”.

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