Maradona ha rilasciato alcune dichiarazioni all’edizione odierna de Il Mattino. Cosa fu quel giorno, vissuto con tutta la famiglia a Fuorigrotta? Don Diego e donna Tota in tribuna, i fratelli Hugo e Raul a bordocampo. «Il primo ricordo è il sorriso della gente. I tifosi erano felici perché potevano sentirsi i più forti d’Italia. I campioni erano stati sempre loro, quelli del Nord, e noi finalmente arrivammo al traguardo quella domenica». È un concetto che Maradona ha spesso sottolineato. Lui, figlio del Sudamerica, subito colse questa contrapposizione calcistica, sociale ed economica. «Mi chiesero di battere la Juve appena arrivai». E non di vincere lo scudetto? Diego approfondisce il concetto: «La gente era orgogliosa di noi perché il Napoli in campo realizzava le sue aspirazioni». E per questo la festa, dopo il pareggio con la Fiorentina, sembrò infinita.
Il Napoli era forte e solidissimo. Conferma Maradona: «Vincemmo perché formavamo una squadra unita. Sapevamo per cosa lottavamo, avevamo un grande obiettivo. Giocavamo per Napoli, per una città a cui mancavano tante cose ma che aveva una grande squadra. La domenica, quando giocavamo, pensavamo ai tifosi».
Li rivedrà tra due mesi in occasione di quella partita che De Laurentiis ha deciso di organizzare con Diego, i suoi ex compagni rimasti però ieri fuori dal San Paolo e gli azzurri di oggi, prima della partenza per il ritiro in Trentino. Maradona ci sarà. «Senz’altro. E voglio portare al San Paolo tutti i miei figli. Li voglio portare tutti al San Paolo affinché possano vedere quanto amore c’è da parte di Napoli verso il loro papà e festeggiare ancora, perché quel successo è stato unico. Magari i calciatori della squadra di oggi potessero vivere da vicino, nei loro corpi, quelle emozioni. Napoli è nel cuore. Sempre».
Di Rosario Siviero