Il personaggio a cui è ispirato il soprannome di Hirving Lozano è universalmente conosciuto come uno dei serial killer horror più tragicomici, a tratti coatti e pure disturbanti del mondo del cinema. Chucky colpisce quando me lo aspetti. Lo fa con sfrontatezza, certo. Ma pure con maestria, qualità, lo spettatore resta catturato da questa bambola che rivela malvagità e furbizia. Oggi, nelle tempistiche e nell’esecuzione, Lozano ha messo in piedi il delitto perfetto. Entrato in campo, segna dopo pochi minuti e, per la prima volta, mette a referto finalmente un gol decisivo, da tre punti. Solo l’ennesima dimostrazione del fatto che certi giudizi degli scorsi mesi siano da intendere quantomeno come fin troppo avventati.
Un’altra grande prestazione di Lozano, che ormai sembra integrato nel Napoli di Gattuso
Parafulmine e capro espiatorio del fallimento Ancelotti, Lozano ha trovato pochissimo spazio fino al rientro del pallone dopo il lockdown. La cacciata dall’allenamento di Gattuso è stata forse la scintilla che ha fatto accendere una miccia nel messicano, poi divampata in un incendio. Quando un calciatore riesce a far bene con pochi minuti a sua disposizione, evidentemente si deve parlare di un calciatore pronto, integro, con qualità, che crede nel progetto. Lozano lo ha fatto bene a Verona, è stato uno dei pochi a salvarsi contro l’Atalanta, mentre oggi ha segnato la rete della vittoria in una partita trappola.
Lozano è Lozano. Non è (ancora) Lavezzi, certo. Ma non è nemmeno Edu Vargas (e parliamo ovviamente di quello di Napoli, non del giocatore prezioso e utile per la Nazionale cilena e altre squadre di club). Gol, dribbling, spirito di sacrificio, grinta, attenzione alle indicazioni del tecnico (che lo martella spesso, sa di poter avere qualcosa in più da lui). Il recupero in scivolata dopo una palla persa da Hysaj sulla fascia destra e la conseguente interruzione di un cross potenzialmente pericoloso ritraggono perfettamente il nuovo Lozano. Un giocatore più abituato al sacrificio, che comprende meglio modi e tempi dei compagni. Che ha voglia di lavorare (non che prima non ne avesse) e di mettersi in mostra. Gattuso questo lo ha capito e lo sta premiando.
Probabilmente, da qui a fine campionato, Lozano riuscirà anche a giocare di nuovo qualche partita da titolare. Stavolta sulle fasce e non come prima punta. L’intenzione è quella di mettere in atto altri blitz di campo silenziosi ma letali. La bambola assassina sta venendo fuori alla distanza. E il Napoli farebbe bene a pensarci 10, 100, 1000 volte prima di privarsi – permanentemente o meno – di un giocatore come Lozano.
GENOA-NAPOLI 1-2, LE PAGELLE DEL MATCH
Claudio Agave
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