Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l’attaccante del Milan Ante Rebic ha parlato della sua avventura in rossonero finora. Ovviamente il giocatore ha toccato vari argomenti, parlando delle critiche, del campionato italiano, delle avversarie e dei compagni di squadra.
Rebic: “Higuain è grande e grosso ma sta troppo a terra. Ibra un leader, voglio restare”
Ecco le parole principali di Ante Rebic: “Nel privato sono molto tranquillo, un po’ chiuso perché non mi piace che si parli tanto di me. In campo c’è un altro Ante, che rompe le scatole a tutti. Quando l’arbitro sbaglia troppo per esempio non mi piace, divento nervoso. Ma anche con gli avversari lo sono: contro la Juventus, per esempio, ho detto qualcosa a Higuain. Non mi piacciono quelli come lui che sono grandi e grossi e poi restano a terra per minuti interi. Idem Bernardeschi. Ibra prende un sacco di botte ma si rialza subito senza lamentarsi. Szczesny mi fa: ‘perdi 0-2, non fare il fenomeno’. Normalmente avrei replicato ma non rispondo, poi gli ho risposto in un altro modo (con il gol, ndr). Chi mi attacca, mi carica.
partita vinta contro la Juve, a un certo punto ho detto qualcosa a Higuain. Non mi piacciono quelli come lui che, grandi e grossi, a ogni contatto restano a terra per tre minuti. Idem Bernardeschi. Lo stesso era successo con la Spal. Anche Ibra prende un sacco di botte, ma si rialza subito e senza un lamento. Altri piangono troppo. Insomma, dico qualcosa a Higuain e Szczesny mi fa: “Perdi 2-0, non fare il fenomeno”. Non gli rispondo. Normalmente avrei replicato, perché un’altra cosa che non mi piace è quando mi sottovalutano. Ma stavolta non ho aperto bocca. A Szczesny ho risposto in un altro modo (col gol del 4-2). Questa è la mia forza nella testa: chi mi attacca, mi dà la carica”.
Fiorentina? Quando sono arrivato non conoscevo l’italiano, Montella non sapeva l’inglese. Il vero problema però è stato non giocare. Io ero la quarta punta dopo Gomez, Rossi e Ilicic, si fecero male i primi due ma io non giocavo comunque. Al Lipsia poi ho conosciuto Rangnick, in seguito sono tornato a Firenze e c’era Paulo Sousa che mi faceva giocare nei 4 di centrocampo. Io non volevo perdere l’Europeo, così chiesi di andare via. All’Eintracht con Niko Kovac c’era un rapporto di schiettezza e sincerità, questo ha fatto la differenza.
Jovic? Le cose non gli sono andate bene a causa degli infortuni, poi non so cosa sia successo nella sua testa. Milan? Sono arrivato grazie a Boban, all’inizio è stato difficile perché con Giampaolo non ho mai parlato. Io volevo fare qualche partita di fila per capire se ero sul livello del campionato italiano, quando è arrivata l’occasione l’ho colta al volo.Ibrahimovic? Un leader, prima della gara contro la Juventus ci diceva che gli avrebbe fatto vedere come si gioca a calcio. Restare al Milan? Dipendesse da me, senz’altro”.
NAPOLI PRIMO IN EUROPA PER LEGNI COLPITI DAL 2018: IL DATO
DALLA FRANCIA – OSIMHEN AVREBBE SVOLTO LE VISITE MEDICHE CON IL NAPOLI SABATO, IN GRAN SEGRETO
SPORTITALIA – OSIMHEN PRIMA SCELTA MA ORA SPUNTA LA DEADLINE
OSIMHEN, GIUNTOLI VUOLE CHIUDERE PER EVITARE ASTE
Claudio Agave
Se vuoi sapere di più sul Napoli, tieniti sempre aggiornato con www.gonfialarete.com