La morte di Paolo Rossi è l’ennesima cattiva notizia del 2020 che ha portato con sé i grandi del calcio. Con le ferite ancora aperte per la scomparsa di Diego Armando Maradona, l’Italia si sveglia con la tremenda notizia della morte di Paolo Rossi. Il talentuoso, intelligente, astuto calciatore che ha segnato, fatto sognare l’Italia intera al mondiale del 1982. Il quotidiano brasiliano sceglie questo titolo per omaggiare Paolo Rossi: “L’uomo che fece fuori il Brasile dal Mondiale ’82. E che abbiamo sempre rispettato. Addio al boia del Brasile”.
Di seguito, quanto riportato da Sky Sport:
Morte Paolo Rossi, Sky Sport: l’addio del Brasile
“La grandezza di una persona può avere diversi metri per essere misurata. Ma nulla, o forse poco altro, può valere come l’omaggio che arriva dai propri storici rivali. Da coloro i quali proprio da quella magnificente grandezza sono stati più duramente colpiti. E le cui ferite ancora sanguinano indelebilmente. La gloria mondiale di Paolo Rossi, forse il più grande opportunista mai visto su un campo da calcio negli anni ’80, è transitata soprattutto da una partita, in grado di imprimere nell’immaginario collettivo dell’universo calcistico quelle dieci lettere che componevano il suo nome e il suo cognome.E che da quel 5 luglio del 1982 sono diventate e resteranno per sempre il simbolo di una vittoria che non si credeva possibile. Tre gol al Brasile dei super fuoriclasse – Zico, Falcao, Socrates – manifesto tecnico-culturale dell’uomo che nessuno, tranne Bearzot, voleva in quella squadra, ma che si ritrovò a essere quello giusto nel momento giusto: astuzia, intelligenza, fiuto del gol. E opportunismo. Poi un popolo, quello verde oro, che ancora piange quelle tre zampate. Ma che, allo stesso tempo, continua a rispettare il proprio carnefice, con quell’attitudine di anteporre la capacità di riconoscere un campione a quello di manifestare il proprio dolore tipica solo dei grandi popoli. “E’ morto Paolo Rossi, l’uomo che fece fuori il Brasile dal Mondiale ’82. E che abbiamo sempre rispettato. Addio al boia del Brasile”. E’ questo il titolo col quale oggi Globoesporte ha voluto salutare l’uomo che ‘uccise il sogno verdeoro’, scomparso all’età di 64 anni in un 2020 che ha deciso di portarsi via anche il simbolo azzurro di un Mondiale che dopo 44 anni ci riportò agli allori calcistici. “Ci siamo incrociati a Torino, lui giocava alla Juve e io al Toro – ha ricordato Junior, ex terzino di quel Brasile e poi della squadra granata – Era molto gentile. Ha sempre portato rispetto, e noi brasiliani abbiamo sempre avuto grande rispetto per il giocatore e per l’uomo”.
Emiliana Gervetti
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