L’urna di Nyon per la banda Gattuso ha pescato un team ostico e alquanto suggestivo per una serie di congiunture astrali. L’accesso ai preliminari di Europa League dopo il settimo posto in Liga (questo piazzamento nel campionato spagnolo non porta direttamente ai gironi, come in Italia) è arrivato con una quota relativamente bassa: 56 punti. Come dire: si è trattata di un’impresa dovuta anche al campionato anonimo di altre realtà più blasonate, tra le quali Valencia, Athletic Bilbao e Betis su tutte, e al suicidio sportivo del Getafe, che nelle ultime sei partite è riuscito a raccogliere solamente due punti. Ranking UEFA: 81° posto. Seconda classificata al Gruppo E (vinto dal PSV). Evitate Lille, Salisburgo e Benfica ma, in ogni caso, poteva andare meglio al gruppo Gattuso che si ritrova contro un gruppo davvero interessante. Il Nuevo Estadio de Los Cármenes è l’impianto che ospiterà la squadra di Gattuso il prossimo febbraio. E poi c’è una chicca da pelle d’oca…
Focus Granada, la mina vagante andalusa: Diego Martinez e tanta voglia di stupire. E c’è una congiunzione astrale…
Il Napoli, dopo il primo posto nei gironi di Europa League, volerà in Andalusia per la sfida con il Granada. I sedicesimi di finale si disputeranno il 18 e il 25 febbraio. La monumentale città di Granada, fondata dai Romani con il nome di Illibris tra i fiumi Darro e Geni, sorge ai piedi della Sierra Nevada, tra le sponde del Mediterraneo e l’entroterra andaluso, ed è famosa per il suo fascino ispano-mediorientale, per Federico Garcia Lorca, e anche per (tornando al BelPaese) il trionfo del reuccio Claudio Villa a “Canzonissima” con il brano dedicato proprio alla città spagnola nel ’67. Ci sarebbe da menzionare anche la (poco fortunata) gestione dei Pozzo (2009-16), che ha comunque contribuito a donare al piccolo club andaluso un po’ di lustro internazionale. Quattro anni fa, infatti, poche settimane dopo aver rilevato le quote del Granada dalla nota famiglia proprietaria dell’Udinese, l’imprenditore cinese Jiang Lizhang (che ha gestito anche per una stagione i diritti di maggioranza del Parma) disse che il suo sogno era “portare il Granada in Europa nel giro di tre stagioni”: ci ha messo un anno in più, ma i tifosi sono comunque contenti. Il club, tornato in Primera Division subito con la nuova proprietà, ha puntato sul trentanovenne Diego Martínez Penas, che allena da quando di anni ne aveva appena 21: il giovane allenatore dei nazaries, propone uno stile di gioco tipicamente andaluso. Il suo Granada adotta un possesso palla compassato e una continua ricerca dell’uomo nello spazio. Lo schema è un 4-2-3-1 frizzante sulla trequarti di campo, ma allo stesso tempo dotato di muscoli e intelligenza tattica dalla mediana in giù, con i due terzini di spinta che fluidificano andando a fornire una grande mano in fase offensiva, e con uno dei due mediani che si abbassa a guidare la linea difensiva in fase di non possesso. Allievo del ds Monchi e per anni secondo di Emery a Siviglia, ha centrato la promozione e un sorprendente settimo posto mantenendo addirittura per qualche settimana la vetta della Liga spagnola, stuzzicando anche l’attenzione mediatica dei più scettici. Una vetrina che ha incuriosito anche molti calciatori in cerca di rilancio dopo stagioni anonime, come quel Maxime Gonalons tante (troppe) volte accostato al Napoli di Rafa Benitez e svilito poi a Roma, o Jorge Molina, centravanti del sorprendente Getafe. Tra tutti, Roberto Soldado e Puertas rappresentano al meglio le anime che convivono all’interno della squadra: l’ex attaccante di Valencia, Tottenham e Villarreal è stato uno dei due colpi a effetto (l’altro è stato appunto l’arrivo di Gonalons in prestito dalla Roma) di un mercato estivo fatto con intelligenza, senza stravolgere l’impianto di gioco costruito da Diego Martínez. Yangel Herrera, ventiduenne venezuelano in prestito dal Manchester City, che nelle sette partite europee disputate in stagione ha già segnato 4 volte. E poi Darwin Machís, suo connazionale arrivato in Europa nel 2012, acquistato dall’Udinese e poi girato in prestito ai nazaries, una squadra che indossa l’abito della mina vagante di questa competizione e non ha paura di nessuno, neanche del Napoli.
Piccola postilla a margine di stampo amarcord: il Granada di Diego Armando Maradona. Sì avete letto bene, sembra una sorprendente bugia, ma è tutto vero. Nel novembre 1987, infatti, Diego fu “prestato” dal Napoli per una domenica al team andaluso. Era il 16 novembre della stagione 1987-88, ovvero quella nella quale il Napoli aveva girato in prestito Raúl Lalo Maradona al Granada, squadra spagnola che giocava nella Liga. In quella data, però, c’era la sosta dei campionati e il club spagnolo – che nell’affare aveva ottenuto la possibilità di far disputare un’amichevole con Diego in campo – organizzò una partita contro il Malmoe. In campo, poi, c’era anche il terzo fratello Hugo (che il Napoli girò all’Ascoli). La gara si svolse in uno Stadio Los Cármenes naturalmente sold-out. Dall’altra parte appunto gli svedesi del Malmoe allenati da Roy Hodgson. Congiunture astrali. Esoterismo e Diego. Ovunque.
Andrea Fiorentino
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