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Fatal Verona, il Napoli si spegne subito e Juric sfata il suo tabù contro gli azzurri LE PAGELLE

Juric
Fine primo atto. Al giro di boa l’Hellas Verona ha trenta punti in classifica. Cinque in più dei venticinque complessivi con i quali chiuse il campionato 2017-18. Calcoli astratti e precoci, al contempo termometro del bel momento (in essere da diciannove giornate, a onor del vero) che vivono gli scaligeri di Ivan Juric. L’ultimo scoglio era il Napoli…

Fatal Verona, il Napoli si spegne subito e Juric sfata il suo tabù contro gli azzurri LE PAGELLE

C’era dunque un ultimo impegno da incastonare in un girone d’andata memorabile, come una gemma in un diadema: vincere contro il Napoli e sfatare un fastidioso tabù sulla carriera da allenatore di Juric. Proprio quel Napoli che da tempo insegue Mattia Zaccagni, il rubino più lucente del tesoro del bravissimo tecnico croato (a proposito di materiali luminescenti) e dal destino segnato a giugno. Con il Napoli l’occasione è duplice: accrescere ulteriormente il bottino di un girone già da record e corroborare la tesi di coloro che sostengono che l’Hellas sia “l’ammazza-grandi” del campionato. Tra le big di Serie A, infatti, soltanto l’Inter è riuscita ad aver ragione del plotone scaligero. Non solo contro Gattuso, ma anche contro il Napoli, Juric è alla ricerca della prima gioia. Contro gli azzurri lo score del croato è pessimo, ora un po’ meno. Un pareggio ottenuto in sei partite (Genoa-Napoli 0-0 21 settembre 2016), poi solo sconfitte, con solamente tre reti realizzate dalle sue squadre ai partenopei. Da quando è a Verona per lui sono arrivate due sconfitte per 2-0 contro gli azzurri. Il Napoli era bello che avvisato: occorreva radunare tutte le energie e smaltire al più presto la delusione della Supercoppa per evitare sgambetti indesiderati. Lozano è il fiammifero della speranza (suo il gol più veloce della storia azzurra, con 8 secondi e 95 centesimi), la squadra di Juric la sentenza a chi ultimamente campa di improvvisazione e rischia uno sfacelo totale. Gli scaligeri non solo hanno dimostrato una gran condizione fisica, ma anche un’ottima tenuta mentale: capaci di reagire al gol del messicano, Zaccagni e compagni hanno prima pareggiato con Dimarco e trovato le due reti decisive con l’ex udinese Barak e con lo stesso 20 che tanto piace agli azzurri. Hellas Verona fa 30 (con lode), Napoli che non aggancia la zona Champions rimanendo a 34 punti, con la partita contro la Juventus da recuperare: ancora una volta irriconoscibile il gruppo azzurro, totalmente incapace di reagire alle sberle avversarie ed ormai in crisi di gioco e risultati da troppo tempo.

Le pagelle

Top Zaccagni e il tecnico scaligero Ivan Juric, corpo e anima della compagine veronese, dietro la lavagna il Napoli, compreso il suo allenatore. Due sufficienze: l’ex Lipsia Demme, autore del lancio che dà a Lozano l’illusorio vantaggio e l’ultimo ad arrendersi fin quando è in campo. Stesso giudizio per il Chucky, che segna e sbaglia tanto, ma è l’unico che canta e porta la croce in casa Napoli.

 

VERONA (3-4-2-1): Silvestri 7; Dawidowicz 6.5, Günter 6 (76′ Lovato 6.5), Dimarco 6.5 (56′ Magnani 6); Faraoni 6.5, Tameze 6.5, Ilic 7, Lazovic 7; Barak 7.5, Zaccagni 8 (83′ Bessa sv); Kalinic 5.5 (56′ Di Carmine 5,5). All. Juric 8

NAPOLI (4-2-3-1): Meret 5.5; Di Lorenzo 5, Maksimovic 4, Koulibaly 5, Hysaj 5; Demme 6 (65′ Politano 5.5), Bakayoko 4 (83′ Lobotka sv); Lozano 6, Zielinski 5 (83′ Elmas sv), Insigne 4.5 (59′ Mertens 5); Petagna 5 (65′ Osimhen 5). All. Gattuso 4.

Andrea Fiorentino

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