Ormai si parla di vero e proprio focolaio azzurro. Si allarga ogni giorno di più il fronte Covid della Nazionale dopo il triplo impegno contro Irlanda del Nord, Bulgaria e Lituania (qualificazioni ai Mondiali del 2022). Prima i 4 componenti dello staff di Roberto Mancini, poi i calciatori Marco Verratti e Leonardo Bonucci. Quindi, in rapida successione, Alessandro Florenzi, Vincenzo Grifo, Alessio Cragno, Salvatore Sirigu, Matteo Pessina (notizia di pochi minuti fa) e, dopo Bonucci, l’altro juventino Federico Bernardeschi. E la stagione, con la partita di ritorno tra la squadra di Gattuso e quella di Pirlo giocata prima di quella d’andata, ci ha già insegnato che trovare delle finestre per i recuperi nell’anno dell’Europeo non è una certo una missione semplice. Ma il rischio rinvio (ancora una volta) c’è stato eccome…
FOCUS – Il focolaio azzurro ha messo a serio rischio la telenovela Juve-Napoli
“Non abbiamo un focolaio e non essendoci un focolaio non abbiamo elementi per rimandare la partita. Ad oggi la partita si gioca. Non c’è un cluster”, rassicurava ieri Carlo Picco, direttore dell’Asl di Torino. Ma la positività di Bernardeschi, dopo quella di Bonucci, ha fatto davvero tremare l’intero mondo Juve (e non solo). La gara non disputata contro il Napoli già nello scorso mese di ottobre ha subito un altro spostamento a marzo e si è disputata oggi, 7 aprile, e sta prendendo davvero i contorni di una telenovela piena zeppa di colpi di scena. L’eventualità, di questi tempi più che probabile, di un cluster azzurro metteva in allarme anche per altre possibili positività: oltre allo juventino Chiesa, tra i convocati di Mancini per l’ultima pausa delle nazionali c’erano anche i napoletani Meret, Di Lorenzo e Insigne. Fortunatamente allarme rientrato, tamponi negativi nei due club. La gara si gioca: ora i problemi saranno altri. L’attesissimo recupero di campionato metterà in palio tre punti che potrebbero essere decisivi nella corsa a un posto in Champions League.
di Andrea Fiorentino
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