A Radio Marte nel corso della trasmissione “Marte Sport Live” è intervenuto Antonio Corbo, giornalista.
La Repubblica, Corbo: “Insigne? Nessuno ha smentito una cessione. In passato atteggiamenti insopportabili ma ora è maturo. Giuntoli? Non conta niente”
“Insigne? La cessione è un’ipotesi che nessuno finora ha smentito. Lui sta male nel Napoli se viene trattato come un gregario. Può aver avuto atteggiamenti di insofferenza insopportabili ma oggi è il giocatore più rappresentativo del Napoli, ha la stima totale e incondizionata di Mancini quindi ha un ruolo da leader. Il Napoli deve decidere se ripartire da Insigne o cederlo e ripartire da un altro. Sul Napoli si legge di tutto ma non c’è niente di fondato secondo me perché il Napoli non parla con nessuno. Deve prima pensare a vendere e poi può comprare, siamo in una specie di film muto.
La migliore stagione nell’anno in cui non c’erano i tifosi sugli spalti? Non demonizziamoli, quando ha giocato bene lo hanno applaudito. Insigne in passato ha mostrato un carattere forte ma fragile. Aveva personalità ma al minimo intoppo perdeva la calma e reagiva in maniera un po’ scomposta. Me lo ricordo sul palco in Trentino quando ricevette una frase un po’ di scherno e si risentì, non volendo più parlare. Ma il passato è il passato: ora è un giocatore maturo, dà il meglio di sé, bisogna capire cosa intenda fare il Napoli. Purtroppo il silenzio continua e dovremo aspettare ancora il 1° luglio. Qualcuno dovrà cominciare a parlare perché il Napoli non può essere una scena muta.
Squalifica UEFA contro i club rivoltosi? Il calcio è un grande business, si può fare calcio internazionale con una manifestazione che preveda l’esclusione di 3 club che sono la metà della platea? Lo spezzatino? Abbastanza scomodo per gli utenti del calcio. Ci sono troppi che guadagnano troppo e alcuni dirigenti che curano solo il personale tornaconto. Non si è vigilato sui bilanci. A me non sta bene che l’Inter si carichi di giocatori e ingaggi importanti, poi dopo che ha vinto lo Scudetto si pensa di tagliarli o di venderli.
Napoli in vendita? Un’utopia. Il Napoli è proprietà della famiglia De Laurentiis attraverso Filmauro. Quando il Napoli era in asta fallimentare nessuno si è fatto avanti per rilevare il club. Lo ha rilevato un privato, che ha investito i suoi soldi e quindi è andato avanti. Oggi lui è il padrone del Napoli. Lo si può criticare per il silenzio stampa, perché tiene a stipendio Giuntoli che non conta niente. Ma è stato bravo con i conti, ha tenuto il Napoli a livelli medio-alti. Proprio all’Inter sono arrivati questi ambasciatori della opaca finanza orientale che investono e promettono, poi però Conte vince e scappa perché capisce che la società non può assolvere ai suoi impegni”.
Claudio Agave
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