E’ arrivato il momento in cui Gennaro Gattuso ha interrotto il suo silenzio. L’ex allenatore del Napoli racconta la propria versione dei fatti degli ultimi mesi rilasciando una intervista a La Repubblica. Di seguito, si riportano alcuni passaggi fondamentali del suo discorso. Mesi difficili quelli che hanno riguardato il tecnico calabrese, approdato sulla panchina viola e andato via pochi giorni dopo. La stagione con il Napoli poi continua ad essere una nota dolente, dopo la mancata qualificazione in Champions League, giunta in extremis.
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Gattuso rompe il silenzio: “Orgoglioso di aver allenato una grande squadra in una grande città. Persa la Champions League per un solo punto”
“Sul tema commissioni non posso parlare, ma posso ricordare la mia storia. Alleno da otto anni, le mie squadre non hanno mai acquistato giocatori di Mendes e non l’ho mai imposto. André Silva al Milan e Ghoulam al Napoli già c’erano”. Così, interviene Rino Gattuso che proprio sul procuratore aggiunge: “Mendes è un amico, mi dà consigli per la mia carriera visto che ha grandissima esperienza. Il mercato non spetta a me, ma ai dirigenti. I ruoli li rispetto sempre”. Sottolineando la sua tempra caratteriale, Rino Gattuso dice: “Sono ambizioso e voglio giocatori forti e funzionali alla mia squadra, indipendentemente dal loro procuratore”.
Immancabile l’intervento su Rocco Commisso: “Non posso parlare di questo tema, anche perché è una persona che dal vivo non ho mai incontrato. Non ho l’ossessione di parlare a tutti i costi. Ho soltanto il vizio di dire la verità. Tanto, se una cosa non sta in piedi, cade da sola”.
Sulla sua esperienza sulla panchina del Napoli: “Sono orgoglioso d’aver allenato una grande squadra in una grande città. In una stagione con problemi e infortuni mai visti abbiamo perso la qualificazione Champions per un solo punto, con partite spesso spettacolari”.
L’ex tecnico di Napoli e Fiorentina, infine, si sofferma brevemente sulle accuse di razzismo e omofobia rivolte al suo indirizzo da parte dei tifosi del Tottenham. Ricordando i giorni caldi in cui uno degli hashtag senz’altro più utilizzati era #NoToGattuso, il mister dice: “Non sono razzista. Mi hanno chiamato terrone in tutti gli stadi. E ora sono vittima dell’odio da tastiera”.
Emiliana Gervetti
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