“I risultati fatti non devono essere un peso, ma una gioia. Noi siamo felici e ci troviamo a nostro agio. Quante volte mi hanno detto che vedo fantasmi dappertutto? Me l’hanno sempre detto, è lo stesso, ma non ci torniamo. Io non c’ero col Verona (riferendosi all’ultima giornata dello scorso campionato, con l’Hellas di Juric che beffò il Napoli di Gattuso sull’1-1, e che mise la parola fine sulla qualificazione a questa Champions), mi sono trovato a parlarne e a dire che bisognava farla finita”. Un fiume in piena, nella conferenza di presentazione di Napoli-Torino, il tecnico azzurro Luciano Spalletti. Ha affrontato temi caldi, dal contratto in scadenza di Insigne agli obiettivi della sua squadra, passando per una “ramanzina” ai cronisti, “spaventatori professionisti” sulle vicende napoletane, a detta del tecnico toscano.
Napoli, Spalletti: “Troppe illazioni, siete spaventatori professionisti. Parlate solo di Insigne, pare che senza firma non può giocare. Su Mertens…”
“Siete spaventatori professionisti. Sì, dopo la sconfitta si diceva di vedere la reazione, poi a Firenze, ora dopo queste altre partite, io sono sempre stati rappresentato come chi crea i fantasmi, voi con queste frasi viene il bello è come quando si attendeva il primo ko, poi Firenze. Ora c’è il contratto di Insigne, non si può andare avanti senza la firma, c’è sempre questa storia, ora si parla delle prossime partite, prima o poi si indovina, domani piove, domani piove, domani piove, e prima o poi pioverà. Sono partite che possono crearci delle difficoltà, ma abbiamo la rosa per andare incontro ad un periodo difficile, ma ho recuperato anche elementi come Lobotka, Demme, Mertens, elementi per noi fondamentali. Dries come sta? Bene, si è messo definitivamente alle spalle questo periodo e si sente realmente di far parte dei 16 titolari che ci sono per partita, noi continuiamo a parlare di 11 titolari ma dobbiamo uniformarci. Con i 5 cambi i titolari non sono più 11, ma sono solo nelle menti di chi vuole cercare il dubbio dei calciatori. Ci sono i titolari dei 60 minuti ed i titolari dei 35′, loro possono risolverla in qualsiasi momento e quindi hanno la stessa importanza di chi ha la maglia all’inizio. Ruolo di Dries? A Firenze stavamo vincendo 2-1 e ho tolto Osimhen e Fabian Ruiz per Mertens e Petagna. Ha giocato sotto la prima punta mentre stavamo vincendo la gara. Mertens sotto-punta può tenere distanti le pressioni degli avversari. Sullo 0-0 è ancora più facile inserirlo”.
“Se scriveremo la storia? Si può dire solo all’ultimo. Nel percorso ci saranno delle difficoltà, dei momenti reali che dovremo affrontare, che ci capiteranno. Di strada ce n’è ancora molta da fare. Mi sembra che anche uno dei più grandi dirigenti italiani, Marotta, abbia detto che ci sono squadre di una tradizione e di una mentalità vincente che lo preoccupano per quanto riguarda l’Inter più di quello che lo preoccupa il Napoli. Mi dispiace che ci sia voluto lui per dare a quest’affermazione più consistenza, ma è quello che dico da tempo perché ci saranno delle difficoltà. E’ un po’ presto per scomodare i grandi personaggi che sono passati per Napoli lasciandovi un segno indelebile. Noi dobbiamo continuare così, mettendo tutte le qualità che ci vogliono, tutta la disponibilità, tutta l’ambizione della nostra città. La nostra città è ambiziosa, guarda al futuro e noi vogliamo andare di pari passo. Ospina o Meret? Non ve lo dico. Il fatto che gioca Meret perché Ospina rientra in ritardo, vi sembra di fare un elogio a Meret? Il discorso è differente. Alex avrà più spazio perché se lo merita. Non c’è un problema da questo punto di vista in questo momento qui: è facendo le cose regolari che poi si mette tutti in condizione di esprimersi al meglio. Quando ne abbiamo avuto bisogno l’altra volta di Ospina, scendendo in campo dopo tante giornate in aereo e aeroporto? Eppure ha fatto il suo. Perché ora questo problema qui? Si scrive tormentone, ma che tormentone? Le cose possono avvicendarsi, per me non sono tormentoni, ma valutazioni in base a ciò che succede in campo. Le scelte possono avvicendarsi. Avere ruoli doppi che possono competere è un grande vantaggio, una cosa che magari l’avessimo in tutta la squadra. Ospina è andato in nazionale come l’altra volta e lo facemmo giocare. E in quell’occasione fece il suo lavoro al meglio, non fu condizionato dal viaggio. Ospina ha preso 10 per le prove con la Colombia, stiamo parlando quindi di un calciatore in gran forma”. Sui segreti del suo Napoli. “Bisogna saper giocare a calcio e saper trattare la palla. Il movimento diventa corretto con la qualità che hai. Parte tutto da quella caratteristica lì, dipende dai giocatori. Il mio segreto? Alzarsi presto la mattina pensando al lavoro, ho voglia di stare con i miei ragazzi. Al mio pc devo rispondere se sono contento della giornata che ho avuto.” Su Koulibaly. “Sta benissimo, è una roba bellissima quando lo incontro, mi fa star bene e credo faccia lo stesso anche con i compagni. L’episodio di Firenze? Ci sono anche molti che ragionano in modo giusto e condanno quei gesti negli stadi, mi sono permesso di dirgli che quando la gente si comporta così allora facciamogli una foto, tanto ormai si fanno foto ovunque. Anche lui può farsi prestare un telefono, fingendo di parlargli si fa una foto e diventa più facile buttarli fuori dagli stadi. Vogliamo tutti diventare altissimi e nerissimi come il watusso Koulibaly, e bellissimo perché è anche bello (ride, ndr)”
“Stadio affollato? Noi vogliamo lasciarci contagiare da quest’amore, dobbiamo farlo nostro. Ci fa piacere vederli lì realmente. L’affetto per questi colori, il significato del Napoli per la città e i tifosi napoletani si percepiscono anche senza averli tutti davanti. Il furto d’auto? In Italia vengono rubate 100mila auto all’anno, circa 300 auto al giorno, non capisco perché fare una parentesi per Napoli”
Il Torino e il calcio di Ivan Juric – “Come affronteremo il Toro? Le partite si preparano sempre allo stesso modo, sono tutte importanti, tutte hanno 3 punti in palio. Ma si vedono i dettagli di chi affrontiamo, che comportamenti usano, le loro caratteristiche e noi sappiamo il nostro percorso. Abbiamo iniziato parlando chiaramente della nostra ambizione, vivere senza scopo è già raggiunto, noi vogliamo avere uno scopo per allenarci e giocare in modo corretto, facendo fatica e sudando, lo si fa per un risultato. Non mi basta una vita facile, voglio metterci qualcosa di mio. Poi è chiaro che il Torino ha una storia di squadra che lotta, tosta, ogni volta ho sempre avuto difficoltà, ti dà battaglia, ora con Juric ancora di più perché è uno che sa fare il suo lavoro, ha il suo credo, prende calciatori con quella caratteristica che vuole, nell’analisi di questa gara non troverei giustificazioni al fatto che abbiamo lottato meno di loro per la nostra classifica, il nostro pubblico, l’amore che ci circonda, questo mi dispiacerebbe. Se il mio gruppo ha ancora vivo il ricordo dell’ultima dello scorso campionato? I risultati fatti finora non devono essere un peso, ma una gioia per tutti. Noi siamo felici di stare in questa posizione, ci troviamo a nostro agio. Lei ha mai letto quante volte mi hanno detto che vedo fantasmi dappertutto? Me l’hanno sempre detto, è lo stesso, ma non ci torniamo. Io non c’ero in quel Napoli-Verona, mi sono trovato a doverne riparlare e dire che bisognava farla finita”.
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