A Radio Marte nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Eugenio Albarella, preparatore atletico.
Albarella: “Il Napoli ha avuto la sfortuna di perdere 5 titolari, i top club vivono una tragedia sportiva. Si gioca troppo e manca buonsenso in alcune decisioni” [ESCLUSIVA]
“Prima di dare giudizi bisogna sempre contestualizzare numeri e momenti della stagione. Il Napoli, come tutte le altre squadre di alto livello, sommano a poco più di 100 giorni dall’inizio della stagione quasi 22-23 partite. Il Napoli nello specifico 21, la Roma per esempio 23. Le rose dei top club sono formate prevalentemente da Nazionali che hanno già giocato altre 7-8 partite. Capiamo bene quali sono le difficoltà degli staff sanitari e tecnici a gestire questa difficoltà di programmazione degli atleti. Al tutto bisogna addizionare la difficoltà della somma dei km degli atleti per le convocazioni in Nazionale. In un anno in media si fanno 90.000 km, due volte il mezzogiro del mondo.
A questo aggiungiamo la difficoltà di assorbire il jet lag, che porta anche scompensi dei bioritmi. Il momento di recupero viene completamente sfalsato. Fisiologicamente il picco di maggior fatica per un atleta è di 48 post gara, ovviamente capite bene che diventa qualcosa di estremamente difficoltoso. Nell’ultima giornata dei vari campionati, in Serie A si sono contati 75 indisponibili, in Premier League 70, in Bundesliga 78. In Spagna di meno perché si gioca un calcio più palleggiato e con meno contatto fisico.
Il Napoli ha purtroppo avuto la sfortuna di coincidere nei 5 migliori giocatori infortunati ma rientra nella statistica dei top club che devono convivere con questa tragedia sportiva. Tolto Fabian Ruiz, tutti gli altri sono Nazionali. Oggi spesso le grandi squadre contro quelle più facili possono dare prestazioni al di sotto della media. Ti ritrovi a preparare una gara con un solo allenamento mentre magari dall’altra parte l’Empoli, per esempio, ha zero infortuni e una settimana tipo. Ha una rosa di un’età media più bassa e ha solo 3 Nazionali. Quando ti alleni in settimana tipo la qualità e il rischio di infortuni scendono notevolmente.
Il biennio post COVID-19 influisce? Sono tutte queste cose a cui aggiungo anche la mancanza di buonsenso da parte di chi gestisce oggi il calcio, che potrebbe dare piccole correzioni per poter abbassare i rischi. Il Napoli 10 giorni fa a giocato a Mosca in condizioni ambientali estreme, gli africani sono passati da temperature equatoriali a temperature siberiane. Basterebbe obbligare le partite in casa delle squadre russe tra settembre e ottobre. Coppa d’Africa? Problema già programmato negli anni, bisognerebbe troverebbe un accordo globale.
Insigne ha giocato 67 partite l’anno scorso? Non mi meraviglia purtroppo. Ci sarebbe da andare a discutere sulla gestione degli stress da competizione, che fa la differenza tra un top player e un giocatore normale”.
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Claudio Agave
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