Il “solito” Maurizio Sarri e i problemi cronici di continuità con cui la sua Lazio sta facendo i conti. L’ex tecnico del Napoli reputa, come ai tempi in Campania, la competizione europea usurante in termini atletici e, alla vigilia del Genoa, cerca di guardare oltre. Oltre anche all’Europa League, dove la squadra affronterà il Porto, reduce dalla Champions.
Lazio, Sarri: “L’Europa League ci sta tritando. Una grande squadra conquista punti anche tra le difficoltà, noi no”
“Abbiamo parlato di un nostro problema fondamentale, ma è palesemente inconscio, nessuno vuole arrivare scarico alla partita – ha detto in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro il Genoa -. Nessuno arriva alle partite completamente carico dopo aver giocato il giovedì in Europa, però la differenza tra la squadra normale e la grande squadra è quella di tirar fuori punti anche in condizioni difficili e questa squadra non c’è assolutamente riuscita. Sempre più al centro del progetto Lazio dopo le parole di Lotito? Penso che l’esperienza di Napoli fosse tipo questa, ma molto più veloce. Lì il fulcro era l’allenatore, proprio come sta succedendo qui. È il motivo per cui ho sempre detto che qui sto bene e che ci vorrei rimanere. La classifica? Non so nemmeno dove siamo, aggiornatemi. Però non esageriamo: la Lazio ha fatto la Champions un anno in un momento storico in cui non c’erano né Inter né Milan. Non esageriamo. Adesso, in rapporto agli ultimi due anni, la situazione è più complicata. Questa è una squadra che ha un buon livello di applicazione, non deve recepire messaggi. Il campionato è chiaro: l’Europa League ci sta tritando, per colpe nostre. Dopo le partite di Europa League abbiamo una media molto più bassa, ti porta ad avere punti in meno. La squadra non riesce a gestire confronti così ravvicinati, soprattutto se si parla di confronti europei. Il Porto? Non saprei neanche che dire. Mi sembra che ci sia capitata una squadra forte, era difficile che fosse debole visto il regolamento attuale di Europa League. Noi forse abbiamo trovato una delle più forti. Questo è il nostro limite attuale ed è la differenza tra la squadra forte e la squadra normale. La squadra forte riesce anche in condizioni precarie a strappare uno 0-0 o vincere 1-0 non meritando, noi invece arriviamo completamente scarichi. Non è questione di recepire messaggi: la squadra si allena bene.”
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