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Napoli-Barcellona, Spalletti: “Chi non lotta ha già perso. Non vogliamo abbassarci al loro gioco. Maradona sarà dalla nostra parte”

“Chi lotta può perdere, ma chi non lotta ha già perso”: è questo il diktat (parafrasando Ernesto Che Guevara) di Luciano Spalletti alla vigilia di Napoli-Barcellona, sfida di ritorno dei play-off di Europa League in programma domani alle ore 21 allo stadio Maradona, dove si ripartirà dall’1-1 dell’andata maturato al Camp Nou.

Napoli-Barcellona, Spalletti: “Chi non lotta ha già perso. Non vogliamo abbassarci al loro gioco. Maradona sarà dalla nostra parte”

“Chi lotta può perdere, ma chi non lotta già ha perso – esordisce il tecnico partenopeo -. Bisogna andare dentro e prendere delle decisioni altrimenti si diventa dei passeggeri degli altri. Gli altri vogliono comandare la partita. Quindi fin da subito bisognerà far vedere le nostre intenzioni se non vogliamo essere costretti ad abbassarci.” E prosegue: “Come immagino la partita? Difficile, molto difficile. Proviamo ad essere i soldati in un videogioco, una battaglia per conquistare una postazione, se ti fai spazio oppure ti sparano e crepi”.

“Ospina titolare? Forse non ha visto le partite, è sempre stato titolare. Oppure per lei essere titolare è farlo giocare anche in allenamento, a casa, ovunque, lui ha sempre giocato, poi ha perso qualche gara per infortunio e in Europa ha giocato Meret, è una scelta che si fa, nessuna confusione. Lui dall’alto della sua esperienza e qualità fa vedere il suo valore quando è chiamato, come Meret, come lei dovrebbe fare domande corrette”. Su Lozano. “Lo valutiamo giorno dopo giorno, ha bisogno di sentirsi la spalla solida e sta facendo una preparazione particolare per la spalla, poi c’è la questione di condizione, poi altri accertamenti e si vedrà”. Noi non dobbiamo farci caratterizzare da cose che avvengono qualche volta. Dobbiamo piuttosto fare leva sulle nostre qualità che ci hanno portato ad essere in questa posizione di classifica e ad essere qui a giocare col Barcellona. Sicuramente un po’ differenti da quello che è stato lo svolgimento della partita di Cagliari dove non siamo stati bravi a prenderla per mano e a portarla su un binario di leggerezza talentuosa, come la chiamava lei. È successo perché non siamo giocatori da contrasto areo, fisici. Siamo calciatori che devono giocare palla a terra. Bisogna portarla sulle nostre qualità. L’avversario si chiama Barcellona, è tra le squadre più forte al mondo, ma possiamo farcela lo stesso. L’abbiamo fatto tante volte questa stagione. Gli manca Messi – dicevano i calciatori – ma è ugualmente una squadra forte. Il nostro obiettivo? Rimanere impressi nelle menti degli sportivi per l’atteggiamento. Dobbiamo essere in campo l’espressione della nostra gente. Bisogna assomigliare alla volontà degli sportivi, dei tifosi. Le rotazioni? Che rotazioni dovevo fare a Cagliari? Nessuna pretattica, quale rotazione si fa a centrocampo? Si può vedere davanti ma bisogna avere un equilibrio essendo contro il Barcellona. Bisogna tenere presente che ci sono cinque sostituzioni, se un calciatore viene da un infortunio ed è stato tre o quattro partite fuori diventa pericoloso farlo partire titolare nella prima partita successiva al rientro. Bisogna vedere la situazione generale, ma diventa rischioso soprattutto se è un problema muscolare. Per cui sulle rotazioni non so. Si cerca di mettere una squadra equilibrata in campo tentando di sbagliare il meno possibile: il più bravo è quello che sbaglia di meno. Una favorita? Non c’è favorita, questa partita è una di quelle che porterà all’eliminazione di una delle più forti di questa competizione. Tutte e due le squadre mireranno a non andare ai supplementari, nelle intenzioni vedremo una buona partita. La lezione che abbiamo ricevuto da Cagliari? Penso che sarà quello che metteremo in campo a far vedere alle persone che ci guardano quanto per noi è importante questa vittoria. Sicuramente la partita di Cagliari ha fatto vedere che c’è stata più fame di salvezza che fame di vincere lo scudetto. La partita ha detto questo. Vediamo la prossima, queste partite da sogno, come l’abbiamo intitolate precedentemente, sono le partite che aspettiamo sin dal momento in cui abbiamo avuto il primo pallone da giocare da bambini.” Troppi infortuni. “Le partite sono ravvicinate: il calcio oramai è questo qui e non dobbiamo avere timore di questo fatto. Se hai qualche calciatore in più a disposizione diventa più facile fare delle rotazioni, in questo momento qui non possiamo farlo perché il gruppo a disposizione è questo. E sta tutto nella forza di volontà dei calciatori. Devono procurarsi questa postura anche sistemandosela prima di andare incontro ad un evento. Non c’è tempo per recuperare. Non c’è tempo e oramai in questo calcio così forte -a l di là di essere attrezzati come società, perché in una partita si può buttare via molto – bisogna essere reattivi. Bisogna essere teste solide, forti, pensanti. Insigne è recuperato. E poi una nota buona è aver recuperato Politano, è un dato confortante che Osimhen non abbia avuto complicazioni al ginocchio, che l’indurimento muscolare di Fabian Ruiz non si sia complicato. Nota buona è che Di Lorenzo non abbia avuto problemi con la botta alla testa. Usciamo sicuramente rafforzati dalla trasferta di Cagliari. Malcuit però purtroppo lo perdiamo per due o tre settimane. Però siamo a posto. Abbiamo la possibilità di mettere in campo una squadra forte e di avere sostituzioni in grado. Lorenzo partirà dall’inizio, ha quel livello di personalità e di qualità calcistica per direzionare anche il risultato di una gara così equilibrata e così importante. Per chi farà il tifo Maradona? Ho letto molte cose, l’ho visto spesso e lui prendeva sempre posizione, lui sceglieva sempre da che parte stare. Io sono convinto che domani sera verrà dalla nostra parte e noi non avremo uno del suo livello per rompere gli schemi, ma tutti insieme possiamo diventare una squadra degna di Maradona e sarà lì pronto ad applaudire le bellissime giocate perché lui era abituato ad un calcio così e vorrà rivederlo ed apprezzarlo da spettatore. Osimhen ha quel furore, basti vedere quella testata contro il Cagliari, quella incazzatura animale bisogna averla, c’è bisogno anche da parte di altri. Lui ha quella ferocia quando ti viene addosso, sono caratteristiche, come gli strappi da metà campo che vanno supportati ma non è facile perché se gli altri passano 10 metri dietro e lui fa 50 metri, gli altri ne perdono altri 15 in velocità, deve anche farci arrivare (ride, ndr), gli altri non vanno quanto lui, ma bisogna essere compatti. Lui ha delle qualità super, extra, che altri non hanno. Delusione nell’ambiente dopo il pari di Cagliari? L’Atalanta ha una gara in meno, può fare un balzo, però diamo la priorità nell’essere memorabili per i tifosi, costruire un gruppo serio, provando a vincere senza accontentarsi della posizione che si ha. La posizione corretta è quella che c’è da conquistare, ci deve essere l’ambizione di montare su chi c’è davanti e quindi va capito il tifoso se hanno ambizioni ancora superiori alle nostre. Niente è impossibile per noi, ciò che è possibile per Dio… e lui sta con noi. Faccio rinascere tutti e non Ghoulam? Io non ho meriti, li alleno in maniera corretta e poi acchiappano loro i meriti, o i demeriti, ma non è il caso di Ghoulam. L’ho limitato io facendo scelte differenti, lui è un professionista che andrebbe a guadagnarsi più attenzioni, ma sono convinto che in pezzi di partite importanti si meriterà lo spazio che non ha avuto a causa mia. Traoré o Dembelé? Questa è una domanda che va fatta a Xavi. Ci metterei anche Ferran Torres. Non si riesce bene a capire quando si ha calciatori di quel livello lì quale può essere l’espressione migliore nella partita. Dobbiamo fare leva non sulle non qualità degli altri, ma sulle qualità nostre. Dobbiamo affrontarli essendo convinti di avere una forza che possa determinare un destino importante. Non serve sperare che propongano poco. Sarebbe un futuro debole, un pensare da persone deboli. Stiamo ancora dormendo. Il sogno si deve completare. Perché non c’è da fare alchimie strane, c’è solo da prendere delle decisioni, da cominciare a giocare dal basso quando presseranno come diceva Giovanni, perché la nostra strada è quella lì. Bisogna credere di avere una possibilità di dare uno sviluppo all’azione come sappiamo fare noi. Bisogna saper attaccare la linea difensiva perché giocano corti. Sono dentro il calcio che vuole portare Xavi: per me loro sono il Barcellona. Messi gli dava qualcosa in più, ma hanno tanti calciatori forti e sono sulla buona strada per tornare ad essere quella squadra lì. Per far risultato contro di loro ci vuole una squadra seria. Vogliamo fare risultato nei novanta minuti.”

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