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Calcioscommesse, Signori: “Dieci anni terribili”. Ora la rinascita dopo l’assoluzione

<> on June 20, 2011 in Bologna, Italy.

Al programma Mediaset, Verissimo, l’ex bomber di Foggia, Lazio e Bologna ha parlato della sua vicenda giudiziaria, raccontata anche nel suo libro Fuorigioco. “È stata veramente dura. Ovvio che in queste circostanze la famiglia, mia moglie e i figli mi sono stati vicini”.

Calcioscommesse, Signori: “Dieci anni terribili”. Ora la rinascita dopo l’assoluzione

Le accuse, il baratro. “Sono stati dieci anni terribili, sotto ogni punto di vista – ammette l’ex attaccante della nazionale -. È stata veramente dura. Ovvio che in queste circostanze la famiglia, mia moglie e i figli mi sono stati vicini”. Fatica a trattenere le lacrime nel ricordare quel che accadde il primo giugno di dieci anni fa: “Mi trovavo a Roma dai miei figli e ricevetti una telefonata da mia moglie che mi disse che erano venuti a perquisire la casa a Bologna. Mi annunciò che avrei ricevuto una telefonata e che due agenti mi avrebbero atteso alla stazione Termini per portarmi alla questura di Bologna. Trovai due poliziotti in borghese, mi parlarono di società e pensai alle società che gestisco con mio padre. Poi mi chiamò mia sorella piangendo e mi chiese in quale carcere mi trovassi, perché tutte le tv stavano annunciando il mio arresto per calcioscommesse. Arrivato alla questura di Bologna ho preso il mio fascicolo e ho fatto i miei 12 giorni di domiciliari. Ero accusato di tutto, dall’associazione a delinquere al riciclaggio. Ero considerato il boss di un’associazione di delinquenti”, ha aggiunto. “In passato facevo scommesse come quella del buondì Motta da mangiare facendo 30 passi o altre in allenamento, ma non ho mai scommesso per alterare le partite”.

Nella lunga intervista Signori ha parlato anche di fede e di una canottiera speciale, indossata tutte le partite dall’esordio a Foggia fino all’ultima gara col Bologna nel 2004: “Mia madre la fece benedire da Padre Pio. Mi ha accompagnato per tutta la carriera, adesso la custodisco gelosamente a casa. È parte di me”. La rinascita, il futuro: “Ho preso il patentino Uefa pro, potrei allenare tutte le squadre. Ma visto che ho cinque figli, penso che i bambini mi darebbero più soddisfazione. Mi piacerebbe allenare in un settore giovanile”. Dopo il suo intervento in tv, Beppe è stato subissato di messaggi di vicinanza. Lui ha ringraziato sui propri canali ufficiali social: “Ai miei figli. Verso di loro, si, sono e mi sento colpevole perché non avevo il diritto di devastare le loro vite, come lo sono state dalla mia vicenda giudiziaria. Un padre deve proteggere i propri figli e io non l’ho fatto. Scusate. Papà. Grazie per l’affetto che mi state dimostrando, siete tantissimi cerco di leggervi tutti!”.

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