“Abbiamo evidenziato la genuinità dell’operazione dimostrando come il valore di Osimhen, e dunque dei quattro calciatori trasferiti dal Napoli al Lille, sia stato determinato sulla base di considerazioni di natura tecnica – le dichiarazioni del legale della causa azzurra, Mattia Grassani – Si è evidenziato poi come nell’impianto accusatorio manchi completamente il movente: perché il Napoli, notoriamente società virtuosa e senza problemi di bilancio, avrebbe dovuto ricorrere alle plusvalenze fittizie? Abbiamo dimostrato che il club di De Laurentiis non ha avuto alcun beneficio sostanziale dall’operazione”.
Caso Plusvalenze, la difesa del Napoli: “Osimhen pagato troppo? Casomai troppo poco…”
Al Napoli tocca difendersi dalle accuse della Procura della FIGC nell’ambito dell’inchiesta plusvalenze (chiesti 11 mesi e 5 giorni per Aurelio De Laurentiis di deferimento). Il club azzurro è finito nel mirino della Procura per la sola operazione con il Lilla che ha portato a Napoli Victor Osimhen (e in Francia il portiere ex Udinese Karnezis con i baby Liguori, Manzi e Palmieri). “Osimhen non è stato pagato troppo rispetto al suo reale valore di mercato, di 72 milioni, come sostiene la Procura federale – le parole di Mattia Grassani – casomai è stato pagato troppo poco, visto che dopo 45 partite giocate vale di gran lunga più di 100 milioni. Ricorrere a plusvalenze fittizie per 20 milioni sarebbe da kamikaze”, ha aggiunto poi Grassani sottolineando che il Napoli ha chiuso in utile 10 degli ultimi 17 bilanci e ha riserve volontarie per 125 milioni di euro. Poi la giurisprudenza, statale e sportiva, più volte ha affermato che non è possibile individuare criteri standard per le valutazioni dei calciatori. Questa è una operazione condotta con trasparenza, con un calciatore di indubbio valore”, ha concluso Grassani.
Se vuoi sapere di più sul Napoli, tieniti sempre aggiornato con www.gonfialarete.com