“Il problema del decreto crescita non è l’uso ma l’abuso.” Così il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, durante l’intervento alla giornata di sport Il Foglio a San Siro, a proposito della discussione sulle norme per le agevolazioni fiscali sull’ingaggio di calciatori stranieri.
Lega Serie A, Casini: “Decreto crescita? Mi concentrerei sugli incentivi. Sugli stadi…”
“Più che concentrarsi sull’eliminazione, bisognerebbe focalizzarci su incentivi per chi contrattualizza giocatori cresciuti nel vivaio. Il Decreto è diventato un totem ma i problemi sono più strutturali”, ha proseguito Casini. “La priorità è massima nella misura in cui se il calcio italiano vuole ripartire è evidente che può farlo soltanto lavorando tutti insieme verso la stessa direzione. Io non c’ero quando i rapporti erano tesi, sono arrivato portando l’unico metodo di lavoro che conosco, cioè la cooperazione, l’impegno e la voglia di realizzare cose. Litigando, non si può realizzare nulla”.
Sugli stadi. “Il Pnrr (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ndr) poteva essere una occasione, per quello che lo stadio può restituire alla città era una occasione da sfruttare meglio. Nulla è perduto. Credo però che l’unica soluzione sia quella di creare struttura centrale con Figc, Lega, Coni, governo e anche ministeri come quello della cultura, le società spesso non ce la fanno da sole con l’amministrazione comunale”.
Come risposto già da Gravina, anche Casini spiega quali sono i tre aspetti su cui lavorare: “Risorse, perché calcio italiano ha bisogno di più risorse, servono interventi normativi per migliorare ricavi. Secondo aspetto, le infrastrutture, serve accelerare i lavori e infine la scuola, rispetto alle altre leghe la Lega Serie A fa molto poco per i ragazzi, aiuterebbe a trasmettere i valori positivi del calcio”.
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