Guai per CR7 dopo l’intervista, Man United: “Prenderemo provvedimenti”

CRISTIANO RONALDO UNITED – Cristiano Ronaldo pagherà per l’intervista rilasciata al giornalista Piers Morgan senza autorizzazione o, almeno, secondo quanto comunicato dal Manchester United. Il club ha risposto alle dichiarazioni del campione portoghese annunciando provvedimenti, seppur non specificando quali.

Guai per CR7 dopo l’intervista, Man United: “Prenderemo provvedimenti”

CR7 ci è andato giù pesante nell’intervista in cui ha accusato pubblicamente Ten Hag, alcuni compagni di squadra e lo stesso club. Quest’ultimo, come prevedibile, si è subito mobilitato con una nota ufficiale in risposta al calciatore: “Il Manchester United prende atto della copertura mediatica relativa all’intervista di Cristiano Ronaldo. Il club valuterà la sua risposta dopo che saranno stati chiariti tutti i fatti”. Poi conclude: “Il nostro obiettivo rimane quello di prepararci per la seconda metà della stagione e dare continuità allo slancio, le convinzioni e l’unione che si stanno creando tra giocatori, dirigenti, staff e tifosi”.

Cosa aveva dichiarato Ronaldo

Non è un mistero che il ritorno a Manchester non sia stato rose e fiori per l’ex Juventus. Già in estate si vociferava di un suo addio, era stato accostato anche al Napoli, perché uno come lui non poteva non giocare la Champions e l’avventura partenopea poteva essere interessante. In verità, il portoghese era stato accostato a diversi club qualificati alla maggiore competizione europea, ma alla fine non si è spostato dalla città inglese.

“Il Manchester United mi ha tradito, non rispetto Ten Hag perché lui non ha mostrato nessun rispetto per me. Il club ha provato a forzarmi ad andarmene, non solo l’allenatore ma tutti quelli intorno alla Società e mi sono sentito tradito”.

Queste le parole molto dure rilasciate al The Sun, ma non si è fermato qui: “Io sento che qualche persona non mi voglia più allo United, non solo quest’anno ma anche la scorsa stagione. Sono diventato la pecora nera e non hanno avuto nessuna empatia nemmeno quando mia figlia era malata”.