Il caso politico sul maxi scudo fiscale che il calcio chiede al Governo è scoppiato. E proprio perché è scoppiato probabilmente non se ne farà nulla. Sono in corso trattative, ma la materia è mediaticamente spinosa: nessuno vuole intestarsi la paternità di una mossa a favore dei ricchi e dissoluti presidenti della Serie A. Il ministro dello Sport Andrea Abodi non è favorevole alla rateizzazione, così come molti parlamentari appartenenti a diversi schieramenti. In attesa di capire cosa deciderà il Governo, il quotidiano di economia e finanza Il Sole 24 Ore si chiede: “Chi finanzierà il prossimo anno lo sport italiano?”
Decreto aiuti quater, arriva l’emendamento “Salva Serie A”: ecco cosa prevede
Fa discutere un emendamento bipartisan (Fi, FdI, Pd, M5S, Autonomie e Misto) al decreto aiuti quater a sostegno di federazioni, associazioni e società sportive che consente il pagamento a rate dei versamenti tributari e contributivi sospesi fino al 22 dicembre, si legge sul Sole24H. “Se ci sarà una misura a sostegno delle squadre professionistiche di calcio, dopo tutte le schifezze che hanno fatto le società, non solo una, io chiederò di intervenire in Aula e dirò con forza che dare loro dei soldi è una vergogna”, attacca il leader di Italia viva, Matteo Renzi. La novità tuttavia viene accolta con spirito diverso da.
Nel merito la proposta di modifica, che prevede 60 rate mensili (di cui le prime tre vanno pagate entro il 22 dicembre) specifica anche che il versamento avviene non solo senza sanzioni e interessi fiscali ma anche senza sanzioni penali e sportive. È uno dei due emendamenti presentati a sostegno del calcio e dello sport in generale verso cui il mondo del pallone mostra compattezza.
“Premesso che come molti sanno spesso mi capita di non essere d’accordo con Lotito, stavolta la pensiamo alla stessa maniera”, ha detto al telefono con l’Ansa il presidente del Torino e di Rcs, Urbano Cairo. Il secondo emendamento – di cui è cofirmatario il presidente della Lazio nella veste di senatore di Forza Italia – riguarda la possibilità di allungare da tre a cinque anni la durata dei contratti di licenza per i diritti tv dei campionati professionistici sportivi, inclusa la Serie A con la proroga dei contratti in corso fino a un massimo di due anni.
Per Cairo “il discorso della rateizzazione fiscale per le società, che non è a fondo perduto come i tax credit ma una semplice dilazione, ha un senso, tra l’altro, anche come sostegno ad un comparto che contribuisce in larga parte al mantenimento delle altre discipline sportive e rappresenta il 70% della contribuzione fiscale di tutto lo sport”.
Quanto all’idea di modificare la legge Melandri e prolungare da tre a cinque anni la durata dei diritti tv, “non è certo un assist a un’emittente tv o un’altra. Qualsiasi persona di buon senso capisce che è una sacrosanta opportunità per chi investe di ottenere un guadagno grazie alla continuità del progetto. E di conseguenza consente a chi vende di ottenere di più. Mi pare elementare da capire, e se non sbaglio funziona così anche all’estero. In Spagna, ad esempio, dove i diritti tv li valorizzano bene, gli anni di durata sono appunto cinque e sei per quelli internazionali”, ha concluso Cairo.
Un tema, quest’ultimo, su cui la Serie A spinge già da tempo: si tratta di uno dei punti che la Lega ha sempre chiesto alla politica per allinearsi agli altri top campionati d’Europa, così come lo stop al divieto di sponsorizzazioni da parte delle società di betting. Non mancano, tuttavia, dubbi anche da parte dei broadcaster concorrenti di Dazn (che ora ha l’esclusiva) sulla possibilità di proroga per due anni degli attuali contratti: una situazione che si è già verificata in Premier League (con il rinnovo per il triennio 2022/25 degli accordi del 2019/22) ma soltanto con il via libera dal governo e l’ok da tutte le emittenti coinvolte.
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