Un saluto sentito, commosso. In migliaia si sono presentati per portare l’ultimo saluto a Sinisa Mihajlovic, l’ex calciatore e allenatore scomparso all’età di 53 anni a causa della leucemia. A Roma amici, tifosi e calciatori hanno partecipato alle esequie, rendendo omaggio al campione serbo: dalla Lazio al Bologna, da Totti, Mancini, Donnarumma, Gianni Morandi e De Rossi, tutti stretti intorno alla famiglia di Sinisa
Mihajlovic, commozione e applausi. L’ultimo saluto all’allenatore serbo
Nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, in piazza della Repubblica a Roma, si sono celebrati i funerali solenni del serbo alla presenza di numerosi personaggi del mondo del calcio, della politica e dello spettacolo. La funzione è stata affidata all’arcivescovo di Bologna cardinale Matteo Maria Zuppi.
“Togliamo le pietre dal nostro cuore per vivere in pace con noi e gli altri”: lo ha detto l’arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, Zuppi, in apertura della funzione funebre per Sinisa. Nell’omelia ha poi proseguito parlando della malattia che ha colpito Sinisa e di fronte alla quale “non è mai scappato. L’ha affrontata con coraggio, dandone anche ad altri. Lo ha fatto mostrando la fragilità dolce di un guerriero, che è tale perché sa rialzarsi o ci prova. La fragilità è una porta, non un muro”. Un pensiero anche alla famiglia di Mihajlovic: “Ci stringiamo intorno a loro e a chi è legato a lui. Sinisa voleva diventare vecchio con tanti nipoti, è stato uno capace di dare un’occasione a chi non l’aveva mai avuta e vorrei che oggi sentiate l’affetto della madre Chiesa. Proprio perché è una madre non si arrenderà mai al dolore dei suoi figli. È un saluto doloroso che ci lascia increduli”.
Molto emozionante è stato il momento dell’uscita del feretro dalla basilica: la bara è stata portata a spalle da alcuni degli amici più intimi di Sinisa. In prima fila Roberto Mancini e Dejan Stankovic (poco dietro, i suoi ex giocatori e pupilli De Silvestri, Soriano e Arnautovic).
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