È una neoplasia che ogni anno uccide cerca 13mila persone in Italia ed è la terza causa di morte oncologica, ma potrebbe diventare presto la seconda, riporta Gazzetta Active, parlando di Gianluca Vialli, scomparso in queste ore dopo una lunga battaglia contro il tumore.
Vialli, la malattia: Luca si è dovuto arrendere per la recidiva del tumore. La sua lunga battaglia contro il cancro al pancreas
Spesso il problema principale è la difficoltà di diagnosticare questo tipo di tumore a una ghiandola così importante per il sistema digestivo e intestinale. Inoltre la ricerca non sta facendo grossi progressi a causa della mancanza di fondi. Tra i sintomi del tumore al pancreas ci sono il mal di schiena o un forte dolore nella parte superiore dell’addome, una colorazione gialla della pelle e degli occhi, un prurito insolito, cambiamento nella digestione e nelle abitudini intestinali, la perdita di appetito e di peso. Tra i fattori di rischio ci sono la familiarità con la malattia, il diabete, la pancreatite, l’obesità e l’abuso di alcol e fumo. È fondamentale la tempestività con cui viene diagnosticata la malattia. Gianluca Vialli, subito dopo aver scoperto il tumore, si è sottoposto a un intervento chirurgico, un primo ciclo di chemioterapia durato nove mesi e un secondo click di otto mesi, per un totale, quindi, di 17 mesi di chemio, che lo ha debilitato molto. Vialli ha raccontato poi che in quel periodo indossava un maglione sotto la camicia per non sembrare troppo magro.
Nel 2020 Gianluca Vialli ha vissuto un periodo di serenità dopo aver ricevuto una buona notizia: non c’erano più segni della malattia. Lui ha raccontato: “È stata molto, molto dura, anche per un tipo tosto come me. Sono felice, anche se lo dico sottovoce Può sembrare strano, ma in questo momento mi sento più fortunato rispetto a tanti altri”. E ha aggiunto: “Vorrei che la famosa frase: Quello che conta è la salute diventasse davvero centrale. Vorrei che non accettassimo più nessun taglio alla sanità pubblica, che non crollassero più i ponti e che la sicurezza delle persone diventasse prioritaria. Vorrei che ci ribellassimo a queste città piene di smog che uccide”.
Purtroppo a dicembre del 2021 Gianluca Vialli, durante la presentazione del libro Gianluca gonfia la rete scritto da Matteo Bonetti e a lui dedicato, di cui una parte del ricavato è andato in beneficienza alla Fondazione Vialli, ha annunciato di essere di nuovo alle prese con il tumore: “Sto abbastanza bene. Non ho ancora completato il viaggio e l’ospite indesiderato è sempre con come. A volte è più presente, altre meno. Diciamo che adesso sono in manutenzione… Si va avanti e spero possiate sopportarmi per molti anni”. Purtroppo ha resistito solo un altro anno, fino a dicembre 2022.
Tramite l’account della Federazione aveva scritto della sua rinuncia di capo delegazione azzurra: “Al termine di una lunga e difficoltosa ‘trattativa’ con il mio meraviglioso team di oncologi ho deciso di sospendere, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali presenti e futuri. L’obiettivo è quello di utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia, in modo da essere in grado al più presto di affrontare nuove avventure e condividerle con tutti voi. Un abbraccio”. Una battaglia all’ultimo respiro, quello di questo 6 gennaio 2023.
“Spero di vivere il più a lungo possibile. Però, mi sento molto più fragile di prima e ogni comportamento mi porta a fare questo ragionamento, ‘È la cosa giusta che sto mostrando alle mie figlie?’. E in questo senso cerco di essere un esempio positivo, cerco di insegnare loro che la felicità dipende dalla prospettiva attraverso la quale tu guardi la vita. Cerco di spiegare loro che non devi darti delle arie, devi ascoltare di più e parlare di meno, migliorarti ogni giorno, devi ridere spesso e aiutare gli altri. Secondo me, questo è un po’ il segreto della felicità. E soprattutto cerco di fare in modo che abbiano l’opportunità di trovare la loro vocazione”.
Stradivialli (come lo chiamava Brera, ndr) fino alla fine è stato capace di lanciare messaggi potenti, persino poetici. Un meraviglioso essere umano, in campo e fuori. Leggenda per sempre.
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