A Radio CRC nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Francesco Fimmanò, avvocato ed ex membro della Corte Federale: “La sentenza sul caso Juventus? La sentenza rimarca più volte quasi a giustificarsi che prima della revocazione aveva ripetutamente stigmatizzato i comportamenti. A differenza del giudice di primo grado, questa corte aveva evidenziato che tutto era discutibile. Sul piano strettamente processuale la sentenza dedica una lunghissima parte alla legittimità della revocazione perché la difesa della Juventus era strettamente legata ad una serie di profili processuali. C’è la prova del dolo, la volontarietà, e il fatto conclamato che si trattasse di operazioni un po’ così. Il fatto delle altre società lo vedo un po’ un punto debole. Sembra un po’ paradossale che si trovi la prova della volontà delle altre e si dice che non sono provate, ma a mio avviso se la volontà è provata da un lato, lo è un po’ anche dall’altro. La prova della dolosità di un fatto non scagiona quello che con te ha fatto quella cosa perché il fatto che tu dici che prescinde dal calcolo, dai numeri e dall’incidente di bilancio. Per come emerge la cosa c’è un chiaro illecito sportivo. Cosa accadrà adesso? Il procedimento della revocazione è stato scelto per evitare di giudicare due volte per la stessa cosa. La revocazione è un procedimento consentito e supera questo problema. La sentenza viene revocata per il sopravvenire di fatti decisivi. Come quando uno che è condannato per omicidio si scopre che è innocente e si riapre tutto. A mio avviso quando Allegri para di salvezza lo fa in relazione al pericolo di poter retrocedere. Gli sviluppi e l’estensione a livello internazionale ancora deve essere discusso. Ci potranno essere altri provvedimenti in sede UEFA anche se la Juventus riuscisse a qualificarsi, ma quello è un altro tema. Il Collegio di Garanzia non va nel merito, poi ci sono gli altri procedimenti legati alla famosa storia dei contratti e riguarda una violazione certa. Poi c’è il tema delle istituzioni sovranazionali, in particolare della UEFA. Se il ricorso della Juventus verrà accolto? Il CONI funziona come la Cassazione, non può andare nel merito, i temi veri su cui può esprimersi sono quelli processuali rispetto a quelle che sono le contestazioni riportate già nella sentenza. Ci sono questioni di diritto molto rilevanti. Diciamo che la principale questione è quella della natura stessa del procedimento disciplinare. Il giudice in genere come tutti noi è un uomo, la vicenda è filtrata attraverso e si sà che emerge per comportamenti che sono discutibili e questo incide sul giudicante. Non credo ad una Cassazione senza rinvio”.
Antonio Napoletano
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