L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” ha analizzato la partita di ieri tra Eintracht Francoforte e Napoli, vinta dagli azzurri per 0-2.
Gazzetta- L’Europa si inchina al Napoli, Spalletti non può più nascondere la forza di questa squadra
Peggio per il Napoli. Adesso non potrà più nascondersi neanche in Champions. Non dopo questo successo da grande, da squadra che non può accontentarsi dei quarti di finale. Deve inchinarsi l’Eintracht, campione dell’ultima Europa League, ma piccolo e sperduto al cospetto delle meraviglie di Osimhen, Lobotka, Anguissa, Kvara e Lozano, vera chiave del match con i suoi strappi irresistibili a destra. Deve inchinarsi anche il maestro Glasner, uno degli allievi della scuola Red Bull, qui annichilito dal gioco di Spalletti che ha mandato all’aria tutte le mosse a sorpresa durate lo spazio di un quarto d’ora.
Il “rosso” uccide la partita perché da quel momento l’Eintracht non esiste più e il Napoli – vogliamo trovare un minimo difetto? – s’accontenta del raddoppio invece di inseguire un 3-0 che avrebbe cancellato il ritorno per ko tecnico. Ritorno senza Muani. Con tutti gli scongiuri del mondo, i quarti sono lì.
Al 19’ è il Napoli a chiedere rigore per un “mani” di Ndicka su respinta coi pugni di Trapp a seguito di corner: palla inattesa, anche in questo caso giusto il nulla di fatto. Rigore da oratorio al 34’, Buta stende con un calcione Osimhen che lo aveva anticipato. Corretta l’ammonizione a Kim per trattenuta su Kolo Muani. Un po’ fiscale l’espulsione di Kolo Muani al 13’ del secondo tempo: nella dinamica del pestone ad Anguissa non c’è violenza né cattiveria.”
Carlo Gioia
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