A Radio CRC nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Nino D’Angelo, cantante: “Le canzoni sono un po’ come la vita, ce ne sono alcune dove ci si innamora e altre dove l’amore finisce. Tra il Napoli, Spalletti e Giuntoli è finita e mi dispiace. Avevano costruito un bel giocattolo. Si può cambiare in qualunque momento, sono tutti utili e nessuno indispensabile, ma quest’anno era successa una cosa che non accadeva da 33 anni. La mia canzone come inno? ‘I ragazzi della Curva B’ è il titolo del film dove nasce la canzone, la canzone si chiama ‘Napoli’. Per me è un’emozione grande, sono fiero. Il Napoli era l’unica squadra a non avere un inno, questa canzone nacque per essere un inno quando il Napoli vinse il primo scudetto 36 anni fa. È figlio del primo scudetto con Maradona. Lo scudetto di oggi è figlio di tutti che lo hanno vinto insieme. Questo è stato un Napoli unito e ha fatto il più bel gioco d’Europa. Già il fatto che siamo quasi arrivati in finale di Champions League ci dà il peso di questa cosa. Kvaratskhelia è stata la mia sorpresa, perché Osimhen lo conoscevo. Chi si asoettava nel mese di agosto che arrivavano dei campioni. Un’altra cosa bella è che questo Napoli non mi aspettavo arrivasse fino in fondo, invece ha battuto tutte le concorrenti con 5/6 giornate d’anticipo. L’ultima cosa bella è che la mia canzone sia diventata l’inno ufficiale. Com’era da produttore cinematografico De Laurentiis? Cinematograficamente Aurelio è stato un grande produttore, veramente forte, poi ha cominciato a capire che con quei film di Natale faceva molti film e faceva molti film. Se si mette una cosa in testa e la dice, poi la fa. Io non volevo fare il film ‘tifosi’ e lui mi disse ‘se prendo Maradona?’ e lì non potevo rifiutare. Un giorno mi ha chiamato e ha detto di avere il contratto con Maradona e non mi sono potuto tirare indietro. Stare con Diego per me era importante. Stare con lui quella settimana/dieci giorni, è stato fantastico. È stata una bella esperienza per me, Diego non stava bene all’epoca. Amava molto i napoletani e lo dimostrava sempre. Era una grande persona. Avevamo le stesse storie, venivamo tutti da un ceto sociale difficile, quindi ci capivamo. Lui era Maradona, il più grande di tutti i pianeti, come lui non è grande nessuno. La festa di domenica? Non so proprio niente. Devo andare lì a vedere la partita e sabato so che dobbiamo fare delle prove. Sarà una grande festa. Non so quello che facciamo. Sono un grande tifoso del Napoli da quando sono nato. È troppo bello dopo 33 anni sentire cose così belle della mia città. Al Napoli andrebbe dato anche lo scudetto della città, perché è cresciuta tanto. Napoli in questo momento è una città piena di turisti. Si parla della sua bellezza e si parla anche dei napoletani che sono un popolo meraviglioso ed io sono fiero di esserlo”.
Antonio Napoletano
Se vuoi sapere di più sul Napoli, tieniti aggiornato con www.gonfialarete.com